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Il tema previdenziale rimane centrale nell’impianto della prossima legge di Bilancio. Il governo continua a cercare alternative alla Legge Fornero per il pensionamento anticipato da inserire nel pacchetto di misure per la riforma delle pensioni nel 2025. Le ultime notizie sembrerebbero vedere l’ipotesi targata Lega, quella dello schema di quota 41 per tutti, sempre più difficile da adottare. Scopriamo le novità dell’ultima ora.
Cosa cambia per le pensioni nel 2025?
Anche nel 2025 l’età minima di accesso alle pensioni di vecchiaia sarà fissata a 67 anni di età (sia per gli uomini che per le donne). È bene ricordare anche che la normativa di riferimento prevede che l’età per il pensionamento venga rivalutata ogni due anni e fissata sulla base della variazione della speranza di vita calcolata dall’Istat (gli attuali requisiti dovrebbero rimanere invariati fino al 2026).
Tuttavia, le ultime notizie filtrate vorrebbero un dibattito aperto per innalzare la soglia contributiva da 20 a 25 anni. La novità non verrebbe introdotta già a partire dal prossimo anno, più probabile che venga inserita nella riforma del sistema previdenziale su cui sta lavorando il CNEL, la cui bozza dovrebbe essere presentata già entro il mese di ottobre.
Inoltre, una delle novità per le pensioni nel 2025 potrebbe riguardare un aumento del lasso di tempo che passa dall’uscita dal lavoro alla decorrenza della pensione, fino a 7 mesi per allinearsi ai tempi già previsti per misure come quota 103 (con 41 anni di contributi e 62 anni di età).
Riforma delle pensioni, le novità dell’ultima ora
Già da tempo quota 41 per tutti è il cavallo di battaglia della Lega per quanto riguarda la riforma delle pensioni, tanto che il partito di maggioranza avrebbe voluto inserirla già nella legge di Bilancio 2023. Con la Manovra 2025 l’obiettivo è quello di sostituire quota 103 (prorogata e ritoccata proprio in extremis un anno fa). Contestualmente, dovrebbe arrivare la proroga anche per Ape sociale e opzione donna.
L’attuale schema di pensionamento anticipato con quota 103, in realtà, prevede già i 41 anni di contributi, che sono però legati al requisito anagrafico dei 62 anni. Con quota 41 per tutti, invece, il governo vorrebbe eliminare il vincolo dell’età, pur mantenendo il ricalcolo interamente della pensione già attualmente previsto.
Tuttavia, difficilmente la maggioranza darà il via libera alla tanto sbandierata quota 41 per tutti, l’ipotesi che si sta facendo largo nelle ultime ora è già stata ribattezzata quota 41 light, ovvero uno schema che accantona l’idea di puntare unicamente su 41 anni di contribuzione senza tenere in considerazione altri parametri.
Quota 41 light, proposta sempre dalla Lega, prevede che scatti il ricalcolo dell’assegno su base totalmente contributiva, il che da una parte agevolerebbe le casse dello Stato, ma dall’altra richiederebbe un grosso sacrificio economico al pensionato. Il ricalcolo contributivo totale si tradurrebbe in un taglio del 20% dell’assegno pensionistico per chi sceglie questa alternativa.
Pensioni minime
L’adeguamento delle pensioni minimi, invece, è una proposta che porta la firma di Forza Italia (era un vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi). I forzisti sottolineano che nell’ultimo biennio gli aumenti delle minime sono stati 579 euro per tutti e 600 euro per gli over 75. Tali misure, però, sono in scadenza al 31 dicembre 2024 e nel frattempo gli assegni sono stati rivalutati all’inflazione. Il costo per l’aumento delle minime è stato pari a quasi 650 milioni di euro.
Gli obiettivi della prossima riforma
Il 2025 sarà l’anno in cui la lunga coda di Quota 100 (poi diventata negli anni quota 102 2 quota 103) dovrà esaurirsi definitvamente. In questo scenario, dopo anni di rimandi, modifiche e proroghe lo spettro di un improvviso aumento dell’età pensionabile, potrebbe essere realtà in assenza di un intervento. L’ipotesi più probabile è quella leghista di quota 41, ma nel frattempo tutto lascia presagire che verranno prorogate misure quali Ape sociale e opzione donna.
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