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Riaprire la remissione in bonis comporterebbe tempi tecnici e adeguamento delle procedure troppo costosi. Il Mef chiude definitivamente la partita delle cessioni del credito
Il termine ultimo per la compilazione della comunicazione di cessione del credito e di sconto in fattura è scaduto il 4 aprile 2024
Ci avevano già provato i Commercialisti con una nota inviata direttamente al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ora ci riprovano due interrogazioni a risposta immediata fatte al sottosegretario Federico Freni. L’obiettivo è quello di riaprire la remissione in bonis per le cessioni del credito il cui termine ultimo è scaduto il 4 aprile 2024.
Ma la risposta del Mef non lascia spazio a false speranze o interpretazioni. Ecco il perchè del rifiuto.
Errori nella Cessione del credito, perchè riaprire la remissione in bonis
Le due interrogazioni sottoposte al MEF dall’ on. De Bertoldi e Congedo in Commissione Finanze alla Camere, sottolineano la necessità di riaprire la remissione in bonis per coloro che hanno commesso errori nella compilazione della documentazione necessaria per ottenere la cessione del credito o lo sconto in fattura. Ricordiamo che il Dl 39/2024 oltre ad aver definitivamente chiuso alle possibilità di cessione del credito o sconto in fattura, ha anche bloccato il meccanismo di remissione in bonis che, negli anni passati, consentiva di inviare una nuova comunicazione previo pagamento di una sanzione.
Secondo la nota del CNDCEC, Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, l’eventuale riapertura del meccanismo non avrebbe avuto alcun impatto economico non andando a modificare l’ammontare del credito, ma solo le informazioni contenute nelle comunicazioni.
Eppure, per il Mef, tutto ha un prezzo.
Per il MEF niente remissioni in bonis: “sarebbero necessarie notevoli risorse”
“Per consentire la possibilità di sostituire le comunicazioni errate già registrate in Piattaforma sarebbe, necessario un adeguamento delle procedure informatiche […] e dunque andrebbero considerati i necessari tempi tecnici di realizzazione oltre l’impiego di notevoli risorse”.
Così risponde il sottosegretario al MEF, Federico Freni, eliminando ogni possibilità di replica.
Il Ministero inoltre sottolinea che, la prima rata dei crediti da trasmettere, scadrebbe il 31 dicembre 2024 e, quindi, “i cessionari avrebbero poco tempo, dopo la sostituzione della comunicazione errata, per utilizzare detta rata in compensazione tramite modello F24 nel termine suddetto”.
Niente da fare dunque per coloro che a causa di un mero errore di compilazione di un codice fiscale o di una data, si vedranno annullata la comunicazione.
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