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Situazione Economica e Decisioni Imminenti
Oggi si chiarirà di quanto l’Istat modificherà la stima della crescita del PIL, un elemento decisivo per formulare la prossima manovra di bilancio del 2025 e il Piano strutturale da presentare a Bruxelles. Questa settimana sono inoltre previsti incontri con le parti sociali. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si trova di fronte a una tripla sfida: primo, ridurre il deficit del bilancio pubblico; secondo, evitare i consueti attacchi autunnali alla finanza pubblica; terzo, mantenere la crescita economica al di sopra dell’1%.
RIFORMA PENSIONI 2025/ Novità e Conferme Post-Incontro
Recentemente, due allarmi sono stati lanciati riguardo l’attuale congiuntura economica. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha evidenziato una significativa flessione nell’industria manifatturiera, con particolare riferimento al settore tessile e automobilistico. Al contrario, l’unico settore in crescita sembra essere quello energetico. Un secondo segnale d’allarme proviene dalla Confcommercio, la quale, attraverso le sue analisi, indica una stagnazione del prodotto interno lordo. L’associazione rileva che il collegamento tra reddito, fiducia e consumi sembra essersi interrotto, con una conseguente riduzione della spesa delle famiglie.
MIGRANTI E UE/ L’Impatto dei Flussi Legali
Per quanto riguarda la costruzione di un nuovo processo di crescita, menzionato dalla Confcommercio, sembra che la via più breve sarebbe un aumento della spesa pubblica a favore dei consumi familiari. Tuttavia, questa strada appare impraticabile, dato che il ministro Giorgetti, noto per la sua prudenza, ora adotta un approccio ancora più rigoroso. Il governo si è infatti impegnato a ridurre il deficit al di sotto del 3% entro il 2026, anticipando le scadenze previste. Inoltre, la spesa netta dovrebbe rimanere entro un aumento dell’1,5%, secondo le nuove normative europee.
MANOVRA & FAMIGLIA/ L’Importanza del Tempo dei Padri a Casa
La manovra di bilancio prevederà la conferma degli sgravi Irpef e il taglio del cuneo fiscale, quest’ultimo sperato essere permanente. Nonostante le cifre prospettate (tra i 20 e i 25 miliardi di euro), mancano ancora dieci miliardi per mantenere le promesse fatte. Non è chiaro se ci sarà margine per estendere i benefici ai redditi medio-alti o per ampliare la flat tax per i lavoratori autonomi.
Il governo sta considerando anche il ritorno di alcuni bonus, come una possibile gratifica natalizia di cento euro netti per chi non supera un reddito annuo di 28 mila euro. Tuttavia, emerge una serie di altri piccoli benefici che, sommati, potrebbero avere un impatto significativo.
Per recuperare risorse, si valuta la possibilità di ridurre il labirinto di deduzioni e detrazioni fiscali, il cui costo è stimato attorno ai 130 miliardi di euro. Anche le privatizzazioni sono nuovamente in discussione, con l’obiettivo di vendere una quota del 15% delle Poste per ricavare due miliardi e mezzo di euro.
Il ministro Giorgetti è consapevole dei pericoli che le crisi industriali e i rischi per il commercio e i servizi potrebbero rappresentare per il bilancio dello Stato, evidenziando la necessità di evitare una nuova ondata di cassa integrazione straordinaria.
Tags: Governo Meloni, Giancarlo Giorgetti
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.
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