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Sono state depositate oggi, alle 11 in Corte di Cassazione a Roma, le richieste di referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata votate dai consigli regionali Campania, Emilia-Romagna, Sardegna, Toscana, e Puglia. Per il Consiglio regionale della Puglia hanno depositato i quesiti Grazia Di Bari, Sergio Clemente e Paolo Campo.
“Ribadiamo ancora una volta il no – ha dichiarato la consigliera del M5S Grazia Di Bari – ad una riforma scellerata che frammenta l’Italia, danneggiando tutti. Una legge che vede la netta contrarietà dei cittadini come dimostra il numero di firme raccolte per il referendum, 1.300.000. Dopo la riunione del comitato per la determinazione dei Lep siamo ancora più preoccupati, perché si conferma ancora una volta quello che sosteniamo da tempo, ovvero la volontà di dare maggiori risorse al nord penalizzando il sud. Non possiamo rimanere fermi e permettere che la legge trovi attuazione. L’autonomia differenziata come voluta da questo governo è una sciagura per il Paese“.
“Insieme alla Campania, l’Emilia Romagna, la Sardegna e la Toscana abbiamo scelto di promuovere la consultazione del popolo italiano su un complesso di norme che, se applicate, finirebbero con il disgregare l’unità nazionale e con l’attuare una riforma eversiva dei principi e dei valori costituzionali – ha detto il consigliere Paolo Campo, capogruppo in Regione del Pd – È un bene per tutti che le sacrosante recriminazioni delle regioni meridionali abbiano trovato ascolto e siano state condivise dalle regioni del centro-nord, che magari potrebbero guadagnarci dall’applicazione della legge che vogliamo cancellare dall’ordinamento. È l’evidenza che la contrapposizione generata dal governo Meloni e dalla Lega non ha un movente geografico, non è il Sud contro il Nord; ha, questo sì, un fondamento politico e civico. Ora attendiamo fiduciosi che la Corte di Cassazione valuti l’ammissibilità di almeno una delle due richieste per iniziare la campagna referendaria e ottenere la vittoria del buon senso e della solidarietà sulle pulsioni secessioniste e l’egoismo territoriale“.
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