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A effettuare le indagini sono stati gli stessi Carabinieri. Nei guai anche un avvocato e un operaio edile, ora agli arresti domiciliari. Il militare usava la banche dati Sdi, istituita per consentire agli appartenenti di più forze armate di immettervi dati e fruire reciprocamente di documenti o notizie utili nello svolgere indagini ed attività di pubblica sicurezza, per fornire informazioni all’avvocato che le usava per le pratiche relative a incidenti stradali
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova, a conclusione di autonome indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Genova, nei confronti di tre persone.
A un militare dell’Arma son stati contestati i reati di rivelazione ed utilizzazione di atti coperti dal segreto d’ufficio ed accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso, concussione, corruzione per atti contrari al dovere d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico e calunnia, frode in processo penale e depistaggio. Si tratta di Davide Odicini, comandante della stazione di Cornigliano.
A un avvocato, sono stati contestati i reati di utilizzazione di atti coperti dal segreto d’ufficio ed accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso;
A un operaio edile, sono stati contestati i reati di corruzione ed accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso.
Le indagini sono iniziate a seguito dei controlli che i Carabinieri eseguono costantemente sui propri militari in relazione all’utilizzo delle banche dati. Nel corso di questa attività, emergeva che un maresciallo maggiore aveva effettuato accessi nella banca dati delle Forze di Polizia, controllando alcuni nominativi senza apparente giustificato motivo.
A seguito di approfonditi accertamenti, emergeva che il militare aveva interrogato la banca dati fornendo informazioni ad alcuni conoscenti tra cui un avvocato che, per trarne un indebito profitto patrimoniale, si poneva abitualmente quale istigatore delle condotte illecite del militare per acquisire notizie utili relative a pratiche legali relative principalmente ad incidenti stradali.
Inoltre, sempre accedendo in banca dati, dava notizie di vario genere ad un altro suo conoscente, operaio edile, ricevendo in cambio lavori di muratura a titolo gratuito nell’abitazione di una sua conoscente.
In un altro episodio accertato dai carabinieri del Nucleo Investigativo, il sottufficiale favoriva un amico carrozziere nel recupero di una somma di denaro relativa ad un credito vantato nei confronti di un pensionato per alcune lavorazioni sull’auto di quest’ultimo. Tale attività di intermediazione sfociava nel reato di concussione poiché induceva l’anziano ad estinguere il debito prospettandogli una denuncia per “insolvenza fraudolenta”, pur non ricorrendone i presupposti.
Le indagini dei carabinieri hanno consentito anche di appurare come il sottufficiale, intervenuto su un furto ai danni di un esercizio commerciale, abbia effettuato una ricostruzione parzialmente fittizia dei fatti, al fine di contestare il reato di rapina impropria, e non quello di furto, nei confronti di una persona già gravata da pregiudizi di polizia.
Al termine delle perquisizioni nei confronti degli indagati e di persone coinvolte a vario titolo nell’attività di indagine, i Carabinieri del Comando Provinciale hanno associato presso un carcere cittadino il militare, mentre per l’avvocato e l’operaio è stata disposta la misura dell’obbligo di dimora nella Provincia di Genova con divieto di allontanarsi dall’abitazione in orario serale/notturno.
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