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Genova. “La città di Genova si trova a un bivio. Come molte altre città storiche in Europa, anche Genova sta subendo un processo di trasformazione che ne modifica il tessuto urbano e sociale, sempre più orientato verso una monocultura turistica, a discapito dei residenti – il fenomeno della “turistificazione” ha portato a un aumento insostenibile del costo della vita, alla perdita di identità e alla trasformazione di interi quartieri storici in luoghi a uso e consumo del turismo di massa”.
Con queste parole apre il comunicato stampa diffuso questa mattina dalle realtà della cosiddetta “Città di sotto”, spazi sociali (Buridda, Zapata, Libera Collina di Castello, Aut aut), realtà territoriali (il comitato Con i piedi per terra, che si oppone alla Funivia del Lagaccio) e associazioni di quartiere, per promuovere una serie di appuntamenti dedicati allo studio e all’analisi dei processi di turistificazione di Genova: “Il turismo di massa, con la sua natura “mordi e fuggi”, ha generato un mercato immobiliare predatorio, dove gli affitti brevi sottraggono spazi abitativi ai residenti e trasformano le città in parchi tematici per i visitatori, riducendo il benessere sociale e la vivibilità urbana”.
Questi eventi di fatto daranno il via alla “Rete genovese contro la turistificazione”, che ha nelle sue intenzioni quella di trovare una alternativa a quella che viene definita come una deriva economica estrattiva che di impoverisce i territori “per arricchire i soliti grandi interessi”.
“Genova oggi sta seguendo lo stesso destino che nel resto dell’Occidente è stato riservato ai centri storici di tante altre città, grandi o piccole. Un processo che ne modifica l’aspetto estetico, la conformazione urbanistica e il tessuto sociale, per plasmarli a uso e consumo di una nuova industria, quella turistica. La nuova monocultura alla quale i paesi sud-europei pare siano destinati – spiegano – Da molti anni le nostre città sono sempre più il terreno da cui le piattaforme per gli affitti brevi e le agenzie che gestiscono gli immobili estraggono valore, con modalità predatorie che non hanno nessun ritorno positivo sull’economia e sul tessuto sociale dei residenti. Con questi meccanismi, molti centri storici si sono svuotati dei loro residenti che sono stati costretti a spostarsi in zone più periferiche. Venezia, Firenze e Roma ne sono solo gli esempi più lampanti e storici, ma attualmente le stesse dinamiche si stanno verificando a Bologna, Napoli, Palermo e tante altre”.
Turistificazione ma non solo: “Un altro fenomeno funzionale alla turistificazione è la militarizzazione di interi quartieri. Molti fondi pubblici, che potrebbero essere destinati alle politiche sociali, vengono indirizzati verso campagne di sicurezza e decoro urbano per espellere le persone marginali, gli homeless e le fasce più povere e deboli da quelle zone che vengono considerate vetrine della città. Facilmente qualsiasi attività di fruizione dello spazio pubblico che non sia finalizzata al consumo verrà ostacolata, come per esempio stendersi su una panchina o consumare cibo o bevande per strada, fuori dai dehors”.
L’idea è quella di cercare di deviare il corso degli eventi: “A Genova siamo ancora in una fase non irreversibile di questi processi. Prenderne coscienza è il primo passo per immaginare e produrre un’alternativa al turismo di massa che sia sostenibile e tenga conto del benessere degli abitanti e del loro diritto alla città e non degli interessi economici privati dei grandi gruppi speculativi”.
Oggi 27 settembre, Giornata mondiale del turismo, al presidio permanente contro la costruzione della funivia nel quartiere del Lagaccio, si tiene la presentazione ufficiale del calendario di eventi di “Ottobre contro la turistificazione”, alle 17 alle 19. “Questo luogo simbolico rappresenta perfettamente la lotta contro le grandi opere inutili a esclusivo beneficio del turismo, come la funivia, che non rispondono ai bisogni dei residenti ma solo agli interessi economici privati”.
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