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Lo Stato cerca di sostenere i giovani con figli e propone una serie di aiuti per contrastare la diminuzione delle nascite: aiuti per scuola, musica, donne senza tutela al lavoro
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Affitto, bollette, spese mediche, costi legati alla scuola, acquisti di beni primari: nel bilancio di una famiglia le voci sono tante e spesso arrivare a fine mese diventa complicato. Per questa ragione il governo elabora ogni anno formule di sostegno che vogliono aiutare le famiglie e anche favorire la natalità, che in Italia ha tassi in costante diminuzione. Ma quali sono gli aiuti cui si può fare riferimento nel 2025? Ecco una breve rassegna.
(Ti interessa: In gravidanza il cervello cambia, ma non soltanto per le mamme!)
L’assegno unico
La misura più diffusa, anche perché a disposizione di tutti, è l’assegno unico e universale per i figli. È strutturale, quindi sempre a disposizione, e viene erogato a tutti i genitori con figli sotto i 21 anni. Un limite di età che viene meno nel caso in cui i figli siano invalidi. L’assegno è universale perché non è legato a questioni di reddito, anche se l’importo cambia in base ai bisogni delle famiglie e alle loro capacità. Aumenta se i bambini sono piccoli e se sono più di due. La domanda va presentata all’Inps ed è legata al calcolo dell’Isee.
Bonus mamme in busta paga
Il bonus mamme in busta paga, lanciato nel 2024, non assegna denaro ma fa risparmiare sui contributi a carico della lavoratrice. La sua durata è ridotta. Le mamme con due figli possono ottenere il beneficio fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo ma solo fino alla fine di quest’anno, quindi non nel 2025. Le donne con tre figli manterranno il vantaggio fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo ma solo fino al 31 dicembre del 2026. La riduzione è di massimo 3mila euro da suddividere per mese e la richiesta deve essere fatta al datore di lavoro dalle donne che hanno le caratteristiche per aderire.
Assegno maternità dai comuni
Un altro aiuto è l’assegno di maternità dei comuni, che viene concesso dai comuni di residenza e pagato dall’Inps. E’ rivolto alle donne con Isee inferiore o pari a 20.221,13 euro, che non godono dell’indennità di maternità da parte dei datori di lavoro, mentre sono a casa ad accudire i loro figli. La domanda va presentata al comune di residenza entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’ingresso in famiglia del minore adottato o in affido preadottivo. L’importo dell’assegno mensile di maternità è pari a 404,17 euro per cinque mensilità.
Detrazione spese sostenute per i figli
Un altro sostegno consiste nella detrazione dalla dichiarazione dei redditi di una serie di spese per i figli che sono a carico. Si arriva a decurtare fino al 19% delle spese sostenute. In quali settori? Contano le spese scolastiche per l’istruzione, comprese le spese per le gite scolastiche, la mensa e quelle universitarie. Ancora si possono detrarre le spese sportive per i figli di età compresa tra 5 e 18 anni, quelle per l’abbonamento ai trasporti pubblici e per le spese mediche e sanitarie.
Bonus nido
Per i più piccoli esiste anche un bonus asilo nido, che vale fino a 3 anni di età. Serve per agevolare l’inserimento all’interno degli asili nido o per forme di assistenza alternativa. Il bonus copre un rimborso totale o parziale della spesa sostenuta per l’iscrizione all’asilo nido e la retta mensile. L’importo del bonus nido varia in base al reddito del nucleo familiare.
Bonus psicologo
Considerati i problemi psicologici avuti da tanti giovanissimi dopo la pandemia, è stato introdotto anche il bonus psicologo, un contributo che serve a sostenere le spese per alcune sessioni di psicoterapia. Per accedere bisogna avere un Isee non superiore ai 50 mila euro. Il beneficio viene riconosciuto una sola volta all’anno per una somma che oscilla tra i 500 e i 1.500 euro per persona, in base al reddito.
Bonus libri di testo e musica
Il bonus è previsto a livello regionale, quindi occorre controllare cosa accade nell’area in cui si risiede. I comuni raccolgono le richieste e poi assegnano i contributi. Per promuovere l’educazione musicale tra i giovani è stata creata un’agevolazione fiscale che permette di detrarre il 19% delle spese sostenute per l’iscrizione dei figli a corsi di musica, cori, bande e scuole di musica riconosciute dallo Stato. La detrazione ha un limite massimo di 1.000 euro per ciascun figlio a carico tra i 5 e i 18 anni. Per ottenerla le famiglie devono avere un reddito complessivo inferiore a 36.000 euro. Non si devono fare richieste, ma inserire i pagamenti nella dichiarazione dei redditi.
Carta Cultura e Carta del merito
Il bonus 18 anni, che era stato creato in passato, non è stato confermato dal governo attuale che ha introdotto in sostituzione due nuove formule. Il primo è la Carta cultura giovani, 500 euro da spendere per formazione e cultura, che spetta ai nati nel 2005 che appartengono a un nucleo familiare con Isee fino a 35.000 euro. Il secondo è la Carta del merito, sempre da 500 euro, che spetta ai giovani che per l’anno scolastico 2023/2024 hanno superato la maturità con il massimo dei voti.
Caterina Belloni
Secondo te gli incentivi proposti dal Governo sono sufficienti per aiutare le famiglie?
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