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L’obiettivo di ridurre il deficit sotto il 3% nel 2026 è possibile, secondo Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell’Economia ha affermato che il tasso di crescita annuo della spesa, pari all’1,5%, insieme a una correzione dello 0,5% del saldo strutturale, consentirà di ridurre il deficit e favorire così l’uscita dalla procedura di infrazione.
Questa dichiarazione è stata rilasciata in una nota dopo gli incontri con le parti sociali di mercoledì (ieri l’incontro con gli enti locali), in preparazione del Piano strutturale di bilancio (Psb).
Di quanto sarà la crescita
Secondo le previsioni, la crescita sarà dell’1% quest’anno, in linea con il Def, e aumenterà all’1,2% nel 2025 e 2026. Il rapporto deficit/Pil dovrebbe scendere almeno al 3,2% nel 2025, per poi raggiungere il 2,7% nel 2026. Il debito, che a fine 2023 era pari al 134,6% del Pil a seguito della revisione Istat, è previsto in aumento nei primi due anni della manovra a causa dei vari bonus edilizi, tra cui il Superbonus 110%, che richiederanno un aggiustamento più incisivo dei conti pubblici.
“L’approccio della Commissione europea non è di tipo espansivo e non sono state accolte le richieste italiane di considerare diversamente le spese per gli investimenti”, spiega Giorgetti. Tuttavia, ha rassicurato che ci saranno aumenti nei vari settori della spesa pubblica: come nel Fondo sanitario nazionale, che potrà contare su 900 milioni in più (escludendo gli aumenti contrattuali), per mantenere stabile il rapporto tra spesa sanitaria e Pil. Come ha spiegato il titolare del Tesoro, “questo significa che altre spese devono essere più basse” anche se per i contratti di lavoro pubblico è confermato l’impegno “a recuperare i valori dell’inflazione, ovvero circa il 2% annuo”.
Inoltre, le Regioni dovranno contribuire alla Manovra 2025 per un totale di 350 milioni, come previsto dalla legge di Bilancio 2024. Tra gli obiettivi principali di Giorgetti rimangono la stabilizzazione della riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a basso e medio reddito e la riforma delle aliquote Irpef.
Giorgetti ribadisce il no agli extraprofitti
Il ministro Giorgetti ha espresso il desiderio di trovare un accordo condiviso per un contributo da parte di coloro che hanno maggiormente beneficiato di condizioni particolarmente favorevoli, precisando che non intende introdurre misure come la tassa sugli extraprofitti. “Chiediamo un contributo a chi può permetterselo, cercando insieme il modo migliore per raggiungere gli obiettivi”, ribadendo che il principio guida è evitare di aumentare il debito pubblico per le future generazioni.
“Non esistono gli extraprofitti in nessuna dottrina”, tuona Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, ricordando che le banche italiane sono state salvate grazie ai contributi obbligatori delle banche concorrenti, senza interventi di fondi pubblici. Tuttavia, gli istituti di credito si sono detti disponibili ad aiutare il governo con un anticipo di liquidità, in qualità di sostituti d’imposta, o con un contributo volontario, sottolineando però la necessità di proteggere i loro bilanci e patrimoni.
Il Piano strutturale di bilancio (Psb) sarà presentato oggi nuovamente in Consiglio dei ministri, contrariamente a quanto previsto in precedenza. La prossima settimana, il Psb sarà esaminato dalle Camere, con inizio fissato per l’8 ottobre, data in cui partirà ufficialmente anche la sessione di bilancio.
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