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L’imprenditorialità innovativa svolge un ruolo cruciale per lo sviluppo economico del Paese, per la creazione di posti di lavoro del futuro e quindi per la sostenibilità nel medio-lungo periodo dell’Italia. Dal 2012 ad oggi le startup ed ex-startup innovative hanno prodotto 12,8 miliardi di fatturato e garantito lavoro a 150.619 persone (tra soci e dipendenti), laddove le pmi innovative hanno prodotto 7,7 miliardi di fatturato e dato occupazione a 51 mila persone. A questo si aggiunge il ruolo degli incubatori e acceleratori che hanno prodotto (dal 2016 ad oggi) 2,6 miliardi di fatturato e occupato 9.289 dipendenti.
Ad oggi quindi la filiera dell’innovazione ha dato lavoro a quasi 211 mila persone e smobilitato 40 miliardi di euro. Questa la fotografia scattata da InnovUp, Assolombarda e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I), con il contributo dell’Unione Industriali di Torino e di Confindustria Genova.
Il margine di crescita è ancora molto ampio. Non solo perché nonostante le difficoltà legate all’accesso al capitale, alla burocrazia e al costo del lavoro, il settore mostra una crescita straordinaria, il 50% delle startup ha registrato un aumento del fatturato superiore al 25%, mentre il 62% ha incrementato la propria forza lavoro di oltre il 25% nell’ultimo anno. Ma soprattutto finora il settore ha potuto contare su un investimento di appena lo 0,06% del pil in venture capital, (pari a 7,4 miliardi di euro) contro una media europea che oscilla tra lo 0,25% e il ,030% del pil. Un salto che potrebbe più che raddoppiare l’impatto del comparto innovativo in Italia.
Per colmare questo gap «è fondamentale che i nostri ampi risparmi privati – oltre 5.000 miliardi – siano investiti nell’economia reale del Paese e che questo sia accompagnato da politiche ambiziose per il settore» ha sottolineato il vicepresidente di Assolombarda con delega alle Startup, Federico Chiarini. (riproduzione riservata)
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