Manovra, il governo: no extraprofitti ma un contributo dalle imprese sane. Appello a banche, assicurazioni, energetico e farmaceutico #finsubito prestito immediato

Non sarà una tassa sugli extraprofitti. «Noi chiediamo un contributo a carico di chi ha maggiormente beneficiato di condizioni particolarmente favorevoli, cercando insieme la strada per raggiungere gli obiettivi». Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, esclude prelievi fiscali sugli utili, ma chiede alle imprese di offrire un sostegno all’economia. «Auspico un accordo e condivisione per un contributo di tutti quelli che se lo possono permettere» ha spiegato ieri a Palazzo Chigi incontrando prima i sindacati, poi le associazioni imprenditoriali, per illustrare il Piano strutturale di bilancio e le linee della prossima manovra. 

Taglio contributi e Irpef

Il Piano prevede un tasso di crescita massima della spesa dell’1,5% l’anno per sette anni, e la riduzione del deficit di 0,5 punti di Pil nel ‘25 e nel 26, quando il disavanzo tornerà sotto il 3%, portando l’Italia fuori dalla procedura d’infrazione ed alleggerendo gli impegni per il futuro. Per il 2025 la «prima inderogabile decisione» è la conferma del taglio dei contributi per i redditi dei lavoratori dipendenti fino a 35 mila euro e degli sgravi Irpef fino a 28 mila euro. Due misure che oggi sono finanziate anno per anno, ma che Giorgetti intende rendere strutturali, con coperture stabili. 

Pensioni e dipendenti pubblici

La linea è quella della «prudenza» anche se ieri l’Ocse ha rivisto al rialzo le stime sul Pil (da +0,7 a +0,8%). Ai sindacati Giorgetti ha garantito l’intenzione di finanziare la nuova tornata contrattuale per i dipendenti pubblici, con l’impegno «a recuperare i valori dell’inflazione, circa il 2% annuo». Ha confermato le misure del 2024 sulle pensioni, la rivalutazione degli assegni e gli impegni sulla sanità, che non sarà soggetta al tetto generale di crescita della spesa. Anche se questo, ha spiegato, «significa che altre spese dovranno essere ridotte». 

Le risorse

Proprio dai tagli, compresa la revisione delle detrazioni fiscali, verrà una parte delle risorse che servono per il bilancio 2025, circa 20 miliardi oltre i 13 per la riduzione del deficit. Il contributo straordinario, ancora tutto da studiare, ci sarà, ma non sarà quello, ha spiegato il ministro dell’Economia, la base della manovra e la fonte delle risorse che servono. Negli incontri di ieri, anche con le imprese, Giorgetti non ha offerto indizi, ma tra le imprese cui potrebbe essere chiesto il contributo ci sarebbero banche, assicurazioni, imprese farmaceutiche e società energetiche. 

I paletti di Abi

Intanto ieri l’Abi ha aperto a un a un contributo delle banche per fornire «maggiore liquidità al bilancio dello Stato» ma ponendo diversi paletti per evitare di danneggiare i loro bilanci e, a valle, l’economia del Paese: in primis che siano misure temporanee. L’incarico di approfondire eventuali misure è stato affidato al dg Marco Elio Rottigni. Nessuna imposta, né prelievo, ma una delle ipotesi sul tavolo tra Abi e Mef riguarderebbe l’allungamento della deducibilità di vecchie perdite di credito, che aumenterebbe l’utile imponibile. Una misura già applicata in passato.

Scarica la nuova app L’Economia per un’esperienza personalizzata e senza pubblicità
Grazie all’intelligenza artificiale gli articoli e i consigli degli esperti del Corriere della Sera rispondono ai tuoi dubbi su Casa, Fisco, Risparmio, Pensioni e non solo; oltre alle news in tempo reale, le migliori firme e tutto quello che ti può essere più utile per una vita più semplice e informata.