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Negli ultimi cinque anni, il 77 per cento degli europei si è impegnato a consumare meno energia a casa. Il 44 per cento, oltre a modificare le proprie abitudini, ha adottato anche delle soluzioni concrete: metà di loro ha isolato il tetto, le pareti, le finestre o i pavimenti della propria abitazione; il 27 per cento ha sostituito la caldaia e il 22 per cento ha installato dei pannelli solari. Il 75 per cento ha tenuto conto dell’etichetta energetica degli elettrodomestici al momento dell’acquisto. È quanto emerge da un’indagine dell’Eurobarometro, pubblicata ieri, 24 settembre.
Il 77 per cento degli intervistati ritiene, inoltre, che l’Unione europea debba svolgere un ruolo di coordinamento più incisivo in materia di energia. Del resto, il 79 per cento concorda sul fatto che il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE contribuirà alla creazione di nuovi posti di lavoro. Il 76 per cento ritiene che le politiche climatiche ridurranno la dipendenza degli Stati membri dalle importazioni di energia, mentre il 69 per cento è convinto che garantiranno una riduzione delle spese in bolletta a vantaggio di famiglie e imprese.
I risultati dell’Eurobarometro e il tema della povertà energetica
Quello dei prezzi è un tema sentito: il 40 per cento dei rispondenti sostiene che la politica energetica dell’UE dovrebbe garantire prezzi dell’energia più accessibili ai consumatori. La maggioranza degli intervistati afferma che l’UE dovrebbe incoraggiare gli Stati membri a concentrarsi su:
- misure a sostegno delle famiglie in condizioni di povertà energetica (53 per cento);
- misure atte a ridurre i consumi di energia (50 per cento);
- misure che aiutino i cittadini a produrre o consumare energia da fonti rinnovabili (50 per cento).
Il 62 per cento dei cittadini è infatti favorevole alla diversificazione delle fonti energetiche e agli investimenti nelle energie rinnovabili; altre aree in cui l’Europa dovrebbe investire, secondo gli intervistati, sono le tecnologie green e l’efficienza energetica.
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Stop alla dipendenza dai combustibili fossili
“I cittadini esprimono grande preoccupazione per l’accessibilità economica dell’energia, pur accogliendo la necessità di una transizione verso l’energia pulita. Riconoscono che l’UE ha attenuato gli effetti peggiori dei prezzi elevati dell’energia durante la recente crisi energetica, anche riducendo la volatilità dei prezzi e proteggendo i consumatori vulnerabili dagli aumenti dei prezzi, ma vogliono mantenere la nostra attenzione sull’accessibilità economica negli anni a venire”, ha commentato Kadri Simson, Commissaria europea per l’Energia.
“I cittadini sono inoltre convinti dell’obiettivo della neutralità climatica e dei benefici che ne derivano. Il percorso è lungo, ma l’obiettivo è chiaro: la dipendenza dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili deve essere sostituita da energie rinnovabili prodotte internamente, a vantaggio dei cittadini, delle imprese e dell’ambiente”.
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