PISA. Un prelievo di cuore da donatore “a cuore fermo”, il primo in assoluto in Toscana. L’intervento è stato effettuato ad agosto presso l’Azienda universitaria ospedaliera di Pisa. Il trapianto è stato un successo e nel momento in cui la notizia viene diffusa la persona che ha ricevuto l’organo è in buone condizioni cliniche ed è stato dimesso dall’ospedale. Tutti i riceventi sono in buone condizioni e già casa, visto che assieme al cuore sono stati prelevati (e trapiantati) anche fegato e reni.
L’importante traguardo è stato tagliato grazie al lavoro dei professionisti della rete trapianto della Toscana e all’integrazione con la rete nazionale: in particolare al prelievo ha partecipato l’equipe del Centro trapianti di cuore dell’Ospedale di Padova, con il quale da molti anni il Centro trapianti cuore di Siena collabora.
«Come Regione ringraziamo innanzitutto il giovane donatore e la sua famiglia, grazie alla cui generosità, in un momento di grande dolore, è stato possibile salvare la vita di quattro persone – commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini –. Ma il prelievo effettuato rappresenta anche un esempio di eccellenza del nostro sistema sanitario. Un ringraziamento va dunque anche a tutte le realtà che hanno permesso la realizzazione dei quattro trapianti, dando conferma della qualità dell’organizzazione e del governo clinico del sistema trapiantologico: grazie dunque al Centro nazionale trapianti diretto dal dottor Giuseppe Feltrin, al Centro regionale trapianti diretto dalla dottoressa Chiara Lazzeri, al Centro trapianti di cuore di Padova diretto dal professor Gino Gerosa, al Centro regionale trapianti di fegato di Pisa diretto dal dottor Davide Ghinolfi, al Centro trapianti di rene di Pisa diretto dal professor Ugo Boggi e a tutti i professionisti dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, delle terapie intensive, delle sale operatorie e dei laboratori intervenuti nel processo. In particolare, un plauso va al lavoro effettuato dal Coordinamento locale donazioni e trapianti di Pisa, al dottor Paolo Maremmani, alla dottoressa Annarosa Saviozzi e ai loro collaboratori».
Il prelievo si è svolto circa un mese fa a Cisanello, quando si è verificata la presenza di un giovane potenziale donatore a cuore fermo che aveva espresso in vita il consenso alla donazione dei propri organi al momento della morte. Per accogliere la volontà del paziente, la Regione Toscana, il Centro regionale trapianti e l’Azienda ospedaliera universitaria pisana si sono adoperati per supportare fattivamente dal punto di vista organizzativo il coordinamento locale trapianti dell’ospedale, le terapie intensive e tutti i professionisti coinvolti nel processo di donazione. In accordo con il Centro nazionale trapianti è stato chiesto il contributo del Centro trapianti di cuore di Padova, la cui equipe è arrivata a Pisa per effettuare il prelievo.
La donazione a cuore fermo controllata è una tipologia di prelievo di organi già usata in Toscana da alcuni anni per reni e fegato: un processo complesso dal punto di vista clinico e organizzativo, poiché in Italia la certificazione di morte con criteri cardiologici può avvenire solo dopo venti minuti di arresto cardiaco e per evitare che gli organi, nel frattempo, soffrano e non siano più idonei al trapianto occorre mettere in atto tecniche specifiche e un rigoroso rispetto dei tempi. Dal maggio 2023 in Italia è diventato possibile prelevare con questa tecnica anche il cuore: quello di agosto è stato il primo caso in Toscana. Fino ad oggi sono stati una trentina i trapianti cardiaci realizzati grazie ai donatori a cuore fermo.
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