Riforma pensioni, espansione del sistema contributivo spaventa sempre più. Ma come funziona davvero il calcolo? #adessonews

Come funziona davvero il calcolo della pensione con il sistema contributivo che tanto spaventa? L’importo della pensione finale che ogni lavoratore percepisce è il risultato di calcoli precisi che cambiano da caso a caso, da sistema a sistema e anche dalla forma di uscita scelta dal lavoratore. 

In generale, le pensioni italiane non sono nella maggior parte dei casi adatte a permettere una vita dignitosa ed è per questo che il governo si sta impegnando per aumentare quanto meno quelle minime, cercando di iniziare ad alzare l’asticella per un benessere maggiore per i pensionati. Tuttavia, l’estensione del sistema di calcolo contributivo per tutti non prospetta nulla di buono. Vediamo di seguito il perché.

• Perché spaventa tanto l’espansione del sistema contributivo di calcolo della pensione a tutti?
• Come funziona il calcolo contributivo della pensione 

Perché spaventa tanto l’espansione del sistema contributivo di calcolo della pensione a tutti?

Stando a quanto riportano le ultime notizie, il governo potrebbe rivedere il sistema pensionistico permettendo la possibilità di andare in pensione prima con determinate forme a fronte di un ricalcolo completamente contributivo del trattamento finale per tutti.

Si tratterebbe di una novità che interesserebbe anche chi oggi rientra ancora nel più vantaggioso metodo retributivo. 

Ma l’espansione del sistema contributivo di calcolo della pensione a tutti spaventa perché risulta decisamente meno conveniente del retributivo: a differenza di quest’ultimo che considera la media delle ultime retribuzioni percepite ai fini dell’assegno finale e, si sa, che negli ultimi anni di carriera si percepiscono gli stipendi più alti, si basa, infatti, unicamente sui contributi previdenziali effettivamente versati da ogni lavoratore nel corso della sua vita professionale.

Come ben sappiamo, non si può contare su buoni accantonamenti, vista l’età sempre più tardiva in cui il lavoro diventa stabile in Italia, la precarietà, il lavoro intermittente, i periodi di vuoto lavorativo che spesso vivono le persone.

Ciò significa che nella maggior parte dei casi non si riesce e non si riuscirebbero ad accumulare così tanti contributi da ottenere una pensione finale dignitosa e alta tale da permettere a tutti di vivere bene.

In termini pratici, versando pochi contributi o comunque di basso valore, il sistema contributivo non permette di avere una pensione alta nella generalità dei casi ed è molto penalizzante.

Come funziona il calcolo contributivo della pensione 

L’importo della pensione con il sistema contributivo si basa sul cosiddetto montante contributivo costituito dai contributi annuali versati da ogni lavoratore e a cui ai si applica il coefficiente di trasformazione, definito dall’Inps e che cambia a seconda dell’età di uscita dal lavoro. 

Alla fine di ogni anno, la somma dei contributi si rivaluta al tasso di capitalizzazione, dato dalla variazione media del Pil del quinquennio precedente, calcolato dall’Istat. 

Per calcolare la pensione con sistema contributivo si parte dalla retribuzione annua dei lavoratori dipendenti o i redditi conseguiti dai lavoratori autonomi e parasubordinati; si calcolano i contributi versati di ogni anno per ottenere il montante contributivo e ad esso si applica il coefficiente di trasformazione.

Per fare un esempio pratico di calcolo, consideriamo un soggetto che ha iniziato a lavorare a 27 anni d’età, prendendo uno stipendio medio di 15 mila euro. Dopo 40 anni di lavoro, fermo restando il requisito anagrafico per l’uscita a 67 anni di età, supponendo che abbia accumulato 300 mila euro, il montante accumulato gli permetterà di avere una pensione annua di 17.100 euro, per un assegno mensile di 1.316 euro lordi.

Generalmente, con il sistema contributivo, si ottiene una pensione finale che è mediamente poco più del 60% dell’ultimo stipendio. Una pensione calcolata, invece, con il sistema retributivo permette di ottenere fino all’80% dell’ultimo percepito. La differenza di importo sul trattamento finale tra i due sistemi è di centinaia di euro. Ecco perché il contributivo spaventa.