Con 4 milioni di euro a disposizione, il nuovo bando lanciato dalla Fondazione CON IL SUD mira a sostenere progetti che sviluppino strategie di economia circolare nelle regioni del Mezzogiorno. L’iniziativa è rivolta alle organizzazioni del terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, e promuove soluzioni innovative per affrontare la sfida della transizione ecologica, con un particolare focus sulla salvaguardia della biodiversità, l’equilibrio degli ecosistemi e l’adattamento agli effetti della crisi climatica.
La conversione ecologica è un obiettivo chiave, ma per raggiungerlo è necessario coinvolgere direttamente la società civile e il tessuto imprenditoriale locale. Con le sue caratteristiche sociali, economiche e territoriali – spiegano i promotori – il Sud Italia può diventare un laboratorio privilegiato per lo sviluppo di modelli di economia circolare che non solo riducono gli impatti ambientali, ma creano anche opportunità di sviluppo economico e coesione sociale.
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Prevenire, sensibilizzare, includere
I progetti selezionati nell’ambito del bando dovranno affrontare diverse fasi del ciclo di vita dei prodotti, partendo dalla prevenzione e riduzione degli sprechi fino al riciclo e alla rigenerazione. Il bando fa esplicito riferimento anche alla necessità di abbattere le “resistenze culturali al superamento della cultura dell’usa e getta”. Particolare attenzione sarà data a proposte che riescano a integrare strategie ambientali con la sensibilizzazione delle comunità locali, poiché la conversione ecologica non può avvenire senza un cambiamento nelle abitudini di consumo. Il Sud Italia, con le sue aree interne spesso trascurate dai grandi flussi di investimento, offre un terreno fertile per progetti che possano rivitalizzare il tessuto sociale attraverso la circolarità.
Stefano Consiglio, presidente della Fondazione CON IL SUD, evidenzia come l’economia circolare non sia soltanto un’opportunità per tutelare l’ambiente, ma anche un potente strumento di trasformazione sociale. «Cambiare le proprie abitudini, saper produrre secondo criteri sostenibili, saper scegliere, saper consumare e saper rigenerare sono strumenti che possono fare la differenza», spiega Consiglio, sottolineando l’opportunità di affiancare alla transizione ecologica l’inclusione di persone in difficoltà nel mercato del lavoro, la redistribuzione della ricchezza e l’accesso a beni e servizi a prezzi più accessibili.
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Un sostegno alla circolarità del Sud
L’estrazione delle risorse naturali a livello globale è triplicata negli ultimi 50 anni, e le previsioni indicano un ulteriore aumento del 60% entro il 2060. Questo trend minaccia seriamente la biodiversità e la stabilità degli ecosistemi, e l’Italia – come dimostrano anche i tragici eventi alluvionali dei giorni scorsi – non è immune a questi rischi. Nonostante la leadership italiana nel riciclo e alcuni nuovi progetti legati al Pnrr, il Sud soffre di un ritardo strutturale in termini di infrastrutture e investimenti.
Il bando della Fondazione vuole contribuire a colmare questo divario, puntando su soluzioni che promuovano una maggiore cooperazione tra il terzo settore, il mondo delle imprese e le istituzioni pubbliche. Saranno favoriti i partenariati che dimostrino una capacità di attivare processi partecipativi e di inclusione socio-lavorativa.
Il ruolo della società civile
La società civile ha un ruolo centrale nella costruzione di un’economia circolare, poiché è dalle comunità locali che deve partire la sensibilizzazione sul tema della sostenibilità. Il bando invita quindi le organizzazioni a promuovere una vera e propria cultura della circolarità, in cui i cittadini siano consapevoli dell’impatto delle loro scelte di consumo. In questo contesto, il Sud può diventare un esempio virtuoso, grazie anche al recupero delle tradizioni locali e all’integrazione di queste con le moderne pratiche di sostenibilità.
Il bando si rivolge a partenariati composti da almeno due organizzazioni di terzo settore e un terzo ente, anche appartenente al pubblico o profit. Possono far parte della rete istituzioni locali, scuole, enti di ricerca, università, consorzi privati e imprese appartenenti al tessuto imprenditoriale locale e nazionale.
L’iniziativa si articola in due fasi: la prima finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore impatto potenziale sul territorio di intervento e la seconda di accompagnamento nella progettazione esecutiva, volta ad arricchire la proposta e a chiarire eventuali aspetti critici rilevati nella valutazione iniziale.
Si possono presentare proposte progettuali, esclusivamente online tramite la piattaforma Chàiros, fino alle 13 del 29 novembre 2024.
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