«Non c’è alcuna volontà di truffare lo Stato». Il presidente di Efficient Building, Pompeo Viganò, respinge le accuse mosse dalla Procura di Salerno nell’inchiesta che vede coinvolta la società trentina in una presunta truffa «Superbonus» legata a un maxi progetto di riqualificazione delle trecento casette degli sfollati del terremoto dell’Irpinia del 1980 (nella foto sotto).
Efficient Building è l’impresa appaltatrice dei lavori. Secondo l’accusa la società trentina – controllata per il 90% da Seac, la società di servizi informatici di Confcommercio Trentino, e per il restante 10% da Delta Informatica – avrebbe chiesto allo Stato, con le modalità previste dal Superbonus 110%, la liquidazione di 37 milioni di euro per spese relative a lavori «mai eseguiti», o realizzati «solo in parte». Motivo per cui, a luglio dello scorso anno, è scattato il sequestro preventivo di crediti d’imposta per un valore complessivo di 40,6 milioni, confermato anche in Cassazione nelle scorse settimane (il T di ieri). In particolare il sequestro ha congelato i crediti di uno dei tre cantieri dell’appalto, quello di Laviano (Salerno).
«Pensiamo di aver fatto tutto secondo ciò che ci è stato detto dagli ingegneri e dai direttori», spiega Viganò, amministratore delegato di Delta Informatica, che ha assunto la carica di presidente di Efficient Building la scorsa estate a seguito delle dimissioni di Mauro Bonvincin, vicepresidente di Confcommercio Trentino, tra i dodici indagati, insieme al suo predecessore Alessandro Segale, per il reato di truffa aggravata in concorso. «Noi — aggiunge Viganò, estraneo all’indagine — riteniamo che il cantiere possa ripartire nel 2025. Gli altri due cantieri (di Conza e Calabritto, ndr), sui quali non abbiamo problematiche, vanno avanti e saranno chiusi entro il 31 dicembre di quest’anno. Stiamo lavorando a un progetto di riurbanizzazione di un territorio formato da baracche. Quello che facciamo resta nella proprietà della comunità locale, del Comune».
Il presidente della società precisa che il sequestro ha interessato «il primo stato di avanzamento dei lavori», quindi progettazione, cantierizzazione, acquisto di materiali e attrezzature. «Come Efficient Building, non c’è alcuna volontà di truffare lo Stato, ma lavorando su cantieri così grossi si possono commettere degli errori — prosegue Viganò — Le questione Superbonus è molto complessa. Il titolo dell’articolo del codice penale parla di truffa, ma in realtà la situazione è meno grave di quanto si pensi».
Nei mesi scorsi Efficient Building aveva presentato un ricorso per liberare una parte della somma sottoposta a sequestro, ma è stato appunto respinto in tutti i gradi di giudizio fino alla Cassazione. «Avevamo chiesto che i 10 milioni che abbiamo già pagato ai fornitori non fossero conteggiati nel sequestro», puntualizza il presidente della società.
Intanto i sigilli pesano (e preoccupano) non poco nel bilancio di Efficient Building, che però può contare sul sostegno finanziario di Seac, società presieduta da Giovanni Bort, alla guida anche di Confcommercio Trentino. «Non posso che ringraziare Seac per il sostegno», conclude Viganò.
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