Nel 250° anniversario della fondazione, il Pontefice esorta la Guardia di Finanza a combattere la corruzione, difendere i più deboli e contribuire al bene comune, ispirandosi alla figura di San Matteo.
Il 21 settembre 2024, Papa Francesco ha accolto i membri della Guardia di Finanza per celebrare il 250° anniversario della fondazione del Corpo. Nel discorso tenuto nella Sala Clementina del Vaticano, il Pontefice ha sottolineato l’importanza del servizio svolto dalla Guardia di Finanza nel campo della giustizia economica e della tutela del bene comune.
Il Papa ha ricordato il motto del Corpo, “Nella tradizione, il futuro”, sottolineando come la Guardia di Finanza sia nata per vigilare sui confini e sulle risorse economiche del Paese, evolvendosi fino a diventare un punto di riferimento nella lotta all’illegalità finanziaria e alla corruzione. In questo contesto, ha evidenziato la missione del Corpo: “Vigilate sul dovere di ogni cittadino di contribuire secondo criteri di equità alle necessità dello Stato, senza che vengano privilegiati i più forti”.
Uno dei temi centrali del discorso è stata la riflessione sul Patrono della Guardia di Finanza, San Matteo, un ex esattore delle tasse, convertito alla fede grazie allo sguardo di Gesù. Francesco ha riflettuto sull’importanza di questa figura, ricordando come Matteo fosse immerso in una logica di profitto e utilitarismo, che però “causa squilibri ed emarginazione”. La corruzione, secondo il Papa, rappresenta un male che rompe il cuore e la società: “La corruzione rivela una condotta anti-sociale tanto forte da sciogliere la validità dei rapporti e dei pilastri sui quali si fonda una società”.
Papa Francesco ha poi rivolto un pensiero agli uomini e alle donne della Guardia di Finanza impegnati in missioni cruciali, come il contrasto al traffico di stupefacenti, la protezione delle vittime, il soccorso ai migranti nel Mediterraneo e la risposta alle calamità naturali. Ha sottolineato che il servizio del Corpo non si limita alla repressione, ma si estende anche alla rinascita di chi sbaglia, toccando le coscienze e offrendo una via di riscatto.
Infine, il Papa ha esortato la Guardia di Finanza a continuare il suo lavoro con umanità, creatività e senso del dovere, ricordando che la vera ricchezza di una nazione non risiede solo nel suo PIL, ma nel sorriso dei bambini e degli anziani: “Il termometro è: sorridono i bambini? Sorridono gli anziani?”. Con questo invito alla speranza e alla solidarietà, Francesco ha concluso il suo discorso, esortando i presenti a mantenere il senso dell’umorismo e a pregare per lui.
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