Venerdì sera l’annuncio dell’avvenuto acquisto, da parte di Blucerchiati S.p.A. (la società veicolo di Gestio Capital di Matteo Manfredi) di 55.976.265 azioni da Sport Spettacolo Holding (la società controllata da Holding Max della famiglia Ferrero), con la conseguenza di detenere il 99,98% del capitale sociale di U.C. Sampdoria. Sabato pomeriggio la prima vittoria nel campionato che il club ha immaginato come quello della riscossa e della risalita in serie A.
Due “coincidenze” non soltanto simboliche, ma dal forte significato sostanziale. Già, perché a questo punto il risultato sportivo diventa se non fondamentale, quantomeno importantissimo delle strategie della nuova proprietà. Con l’acquisizione della totalità delle azioni (la quota residuale minima è ascrivibile ai piccolo azionisti), gli investimenti compiuti (sul mercato e non solo, si parla di circa 60/70 milioni di liquidità iniettata nelle casse, atto sconosciuto durante tutti gli anni della precedente gestione), la straordinaria risposta della tifoseria con circa 20.000 abbonati, la rimodulazione del debito attraverso l’accordo di omologa con il Tribunale, la Sampdoria è torna a essere appetibile non solo per la sua storia ma anche per il suo presente, finalmente libero dai vincoli del passato, finanziariamente più solido e strutturato e accompagnato dalla possibilità di agire (anche sul mercato, a partire da gennaio).
Insomma, se la strategia e il business della nuova proprietà erano quelli di acquisire il club, “ripulirlo“, rilanciarlo e rivenderlo, totalmente o in parte con l’ingresso di nuovi e ulteriori investitori, adesso c’è l’opportunità di sviluppare questo percorso. Resta il freno costituito dalla serie B, che finanziariamente era e resta un bagno di sangue. Questo non significa che Manfredi e i suoi finanziatori non siano in grado di andare avanti in caso di mancata promozione oppure che non possa esistere qualcuno interessato alla Sampdoria anche con la squadra non in massima serie, ma in tale caso verrebbe a mancare il ritorno dell’investimento per Gestio Capital.
Ecco perché il ritorno in serie A è quasi vitale. E per l’attuale proprietà, che potrebbe decidere di andare avanti “limitandosi” a rafforzare la compagine azionaria con nuovi investitori (Manfredi questo fa di mestiere). Oppure per un vero e proprio nuovo acquirente, che troverebbe una società strutturata meglio di altre su un piano economico e con a disposizione i ricavi garantiti dal massimo campionato.
L’operazione di venerdì è stata fondamentale ed è stata raggiunta attraverso diverse tappe. Ai primi di agosto San Quirico Holding della famiglia Garrone (detentrice della fidejussione sul marchio della Samp) aveva trovato l’accordo con Banca Intesa (titolare del leasing back sul Baciccia), facendo la propria parte (quanto ci abbia “perso” in termini economici emergerà dal prossimo bilancio della San Quirico). Questo primo passo, senza il quale non si sarebbe potuto procedere oltre, ha sbloccato la situazione. Successivamente, la scorsa settimana Manfredi ha perfezionato l’accordo con Massimo Ferrero (riconoscendogli buona parte di quanto da lui richiesto e rinunciando a qualsiasi eventuale azione legale futura) e nello stesso tempo ha rinegoziato con Banca Intesa il nuovo leasing sul marchio (è probabile che anche la Banca abbia fatto la propria parte, o rinunciando a qualche rata o concedendo un’ulteriore dilazione). Trattandosi di tre accordi separati, nulla di più è filtrato, anche perché i diversi attori non sono a conoscenza dei contenuti degli altri accordi.
Di certo a beneficiarne è stata ed è la Sampdoria, che arriva al derby e si prepara ad affrontare il prosieguo del campionato di serie B con un grosso peso in meno sulle spalle. Vero è che l’accordo dovrà essere ratificato il 22 ottobre prossimo dalla giudice Daniela Marconi, ma essendo stata lei stessa a spingere in questa direzione è scontato che ciò avverrà nei modi e nei tempi previsti. E da quel momento in poi conterà (finalmente) “soltanto” il risultato sportivo.
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