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Certa Stampa – ADAMO / IL NUOVO STADIO DEL TERAMO? UNA FANFALUCA DI FINE ESTATE… #adessonews



Mi è capitato di leggere, nella mia personale e purtroppo sempre meno interessante rassegna stampa quotidiana, l’articolo al quale ieri le cronache teramane del Centro hanno concesso la dignità dell’apertura.
La notizia più importante, per i cronisti del foglio abruzzese, era “Il Teramo vuole uno stadio di proprietà”. 

Notizia curiosa, assai, a nove giorni dal Consiglio Comunale che ratificherà l’accordo che, di fatto, restituirà ai biancorossi l’uso del Bonolis. 

“Se tra poco più di una settimana, avrà a disposizione il Bonolis – mi sono chiesto – perché il presidente Di Antonio, adesso, vuole costruirselo da solo uno stadio?”
Scopro poi, leggendo l’articolo, che la notizia sarebbe in realtà un’indiscrezione, rimbalzata tra le chiacchiere monotematiche di un salottino televisivo e sulla quale, anche se i protagonisti mantengono “il più stretto riserbo”, il Centro si pregia di riferirci che “qualcosa è trapelato”.

L’articolo completo, se vi interessa, lo troverete sul giornale, io riporto solo la parte riferita al “progetto”, perché mi offre la possibilità di far “trapelare” un’altra verità.

La mia.
Per me, questo ipotetico Stadio del Teramo è un progetto impossibile.
E’ una battuta di fine estate, riuscita male.
Un paradosso da bar sport.
Una chiacchiera da salottino tv un po’ datato.

Insomma, una fanfaluca.
Sotto tantissimi punti di vista.

La considero una boutade, una provocazione… magari fatta arrivare alla stampa solo per mandare messaggi trasversali… al Sindaco e al gestore.
Come a voler dire: “tenetevelo il Bonolis, dopo tutti questi mesi di attese e rinvii, noi lo Stadio ce lo facciamo da soli”.

O magari, per precostituirsi la scusa per non partecipare alla gara, perché qualcuno ha scoperto che, anche nel “dopo Iachini”, lo Stadio non potrà costare “solo le utenze”.
Dite che la mia è solo dietrologia? 

Chissà.

Vedremo.
Per ora, teniamoci ai fatti.

Cioè dall’articolo del Centro, nel capoverso dedicato al progetto.

Leggiamolo insieme:

«Il nuovo impianto da 4 mila spettatori potrebbe sorgere su un terreno di tre ettari, di proprietà della famiglia Ruscitti, che si trova fra il cimitero di San Nicolò e il ristorante Green Park. Le trattative per la compravendita dell’area, che in tempi recenti era stata oggetto di interesse anche da parte del Comune di Teramo, sono in fase avanzata così come le attività volte a delineare la fattibilità e sostenibilità economica del progetto. Il nuovo stadio avrebbe un costo di 5 milioni di euro: la gran parte di questa somma, 4 milioni, potrebbe essere reperita dal Credito Sportivo, che contempla finanziamenti a fondo perduto oltre che per enti pubblici anche per società sportive che abbiano determinati requisiti. E il Città di Teramo li avrebbe. Il milione di euro mancante verrebbe invece stanziato dal consorzio di imprese che si occuperebbe della realizzazione materiale dell’impianto, recuperando dal Città di Teramo l’investimento in un tempo successivo tramite un accordo basato sugli incassi delle partite e altre attività – sul quale si sta già lavorando. La costruzione dello stadio richiederebbe fra i quattro e i sei mesi attraverso l’utilizzo di sistemi di edilizia modulare che permetterebbero, in un secondo momento, anche di ampliarne la capienza».
Così, scriveva ieri il quotidiano abruzzese, dedicando mezza pagina alla notizia del giorno.
Un articolo pieno di rivelazioni.

E di notizie, anche clamorose.

Io, però, il clamore non lo subisco, e siccome di calcio non mi intendo e di stadi nemmeno, ho fatto qualche domanda, giusto per avere un’idea più precisa delle reali possibilità di questo progetto.

Spulciando le “rivelazioni”

Prima rivelazione / “Il nuovo impianto da 4 mila spettatori potrebbe sorgere su un terreno di tre ettari, di proprietà della famiglia Ruscitti, che si trova fra il cimitero di San Nicolò e il ristorante Green Park”.
L’assessore Graziano Ciapanna, che è il “custode” del Prg, mi conferma che quella “Ruscitti / Cerulli” è in effetti un’area a destinazione sportiva, anche se l’eventuale costruzione di uno Stadio, provocherebbe un non facile ripensamento di tutte le strade di accesso, con la necessità di rivedere completamente la viabilità della zona. Con lo stesso assessore, poi, condivido il dubbio che la spesa annunciata sia sottostimata per difetto. Se la sistemazione del Vecchio Comunale, esaltata con grande enfasi sotto elezioni dall’ex assessore Cavallari, prevede una spesa di 7 milioni… ne basteranno cinque per costruire tutto un nuovo Stadio? Però, non essendo un tecnico, mi fido, anche perché come leggerete nella “terza rivelazione”, quello dei soldi è un problema molto più complesso. Prima di andare avanti, visto che l’ho citato, chiedo se qualcuno sappia che fine abbia fatto il progetto di Cavallari per il Vecchio Comunale… i lavori dovrebbero cominciare entro fine anno… disse. 

Seconda rivelazione / “Le trattative per la compravendita dell’area, che in tempi recenti era stata oggetto di interesse anche da parte del Comune di Teramo, sono in fase avanzata”

Una piscina. Sempre l’assessore Ciapanna, mi racconta che in passato, più volte, i proprietari di quell’area l’hanno proposta al Comune, perché l’acquistasse per costruire magari una nuova piscina comunale. Proprio in base a questa proposta, l’assessore – che esprime però solo una valutazione personale – ritiene che possa essere un po’ troppo piccola per un nuovo Stadio. Ma questo è un problema che dovranno risolvere i tecnici. A proposito, il fotomontaggio in apertura è quello di uno Stadio da 4mila posti (quello di Ferentino) proprio nell’area di San Nicolò, tra cimitero e Green Park.
Tanto per avere un’idea. 

Terza rivelazione / “Il nuovo stadio avrebbe un costo di 5 milioni di euro: la gran parte di questa somma, 4 milioni, potrebbe essere reperita dal Credito Sportivo, che contempla finanziamenti a fondo perduto oltre che per enti pubblici anche per società sportive che abbiano determinati requisiti. E il Città di Teramo li avrebbe”
Quattro milioni regalati su cinque di investimento, sono una manna dal cielo. Peccato, però, che quella manna sia solo un miraggio. Ho contattato Gianluca Diotallevi, responsabile Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Umbria e Sardegna dell’Istituto per il Credito Sportivo, al quale ho chiesto se l’Istituto, che adesso è diventata una spa, eroghi contributi a fondo perduto alle società sportive dilettantistiche.
La risposta è di una chiarezza disarmante: «L’Istituto per il Credito Sportivo non eroga finanziamenti a fondo perduto».
A nessuno e mai.
E in effetti, sul sito dell’Icsc, c’è una pagina (QUESTA) dedicata proprio ai finanziamenti alle Associazioni Sportive Dilettantistiche, alle Società Sportive Dilettantistiche e alle Imprese, ma sono tutti mutui. Cioè, prestiti da restituire con gli interessi. Esistono, è vero, agevolazioni sul tasso di interesse e forme di garanzia speciali, ma che quel mutuo vada restituito, non c,è alcun dubbio.
Niente fondo perduto.
I quattro milioni regalati, non esistono.
Io non so quali siano i “determinati requisiti che il Città di Teramo avrebbe” , ma mi sembra fin troppo chiaro che quei quattro milioni, se li vogliono, poi dovranno anche restituirli. Con gli interessi. 
Quarta rivelazione / “Il milione di euro mancante verrebbe invece stanziato dal consorzio di imprese che si occuperebbe della realizzazione materiale dell’impianto, recuperando dal Città di Teramo l’investimento in un tempo successivo tramite un accordo basato sugli incassi delle partite e altre attività – sul quale si sta già lavorando”.

Non conosco le imprese di questo “consorzio” che, secondo l’articolo, si occuperebbero di costruire lo Stadio, ma credo che il discorso sul Credito Sportivo, rimetta in discussione un po’ tutto, visto che il problema non è solo “il milione mancante”, ma anche i quattro di mutuo. 


E poi, ci sarebbero tutti i costi di gestione dello Stadio. 
Quinta rivelazione / “La costruzione dello stadio richiederebbe fra i quattro e i sei mesi attraverso l’utilizzo di sistemi di edilizia modulare che permetterebbero, in un secondo momento, anche di ampliarne la capienza”.
Su quest’ultima rivelazione, non ho chiesto verifiche a nessuno, mi arrogo il diritto di dirlo da solo che un nuovo Stadio in sei mesi non lo si costruisce. E non lo dico solo perché ho seguito, scrivendone anche un libro, tutta la nascita del Bonolis, ma perché sei mesi sono un tempo “infinitamente piccolo” per l’edilizia in Italia.


In conclusione, tutta questa pantomima sul nuovo Stadio, che il Teramo vorrebbe costruirsi da solo, mi sembra il tentativo – anche un po’ triste – di parlare con la nuora perché la suocera intenda, inviando messaggi di sicuro effetto, ma di poca sostanza, per cercare di uscirne da vincitori.
Peccato che, tutto questo progetto (compresi i quattro milioni di fondo perduto che perduto non è) si sciolga poi davanti al fatto che proprio questa mattina, una delegazione di politici e imprenditori andrà ad incontrare l’attuale gestore dello Stadio, per trovare una soluzione e consentire al Teramo di giocare al Bonolis già la prossima gara casalinga, anticipando gli esiti del Consiglio del 30 settembre.
Scopriranno, che non servono terreni vicino ai cimiteri, milioni da investire, mutui col Credito sportivo e cordate di imprenditori.
E che non serve neanche un nuovo stadio.

E’ tutto molto più facile.

Bastano 38mila euro, per far tornare il Teramo al Bonolis.

Se erano disposti a mettere “il milione mancante”, prestino 38mila euro al Presidente, poi si vedrà in tribunale chi aveva ragione, e semmai se li faranno ridare.

Niente milioni, solo 38mila euro.
Niente fanfaluche, solo 38mila euro.

Per evitare che la squadra della “città dei tre stadi” (uno conteso, uno promesso sotto elezioni e uno annunciato a fine estate)… sia ancora costretta a giocare a Notaresco.
ADAMO

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