«Sciacallaggio». Ma finita solo un’opera su 4 #adessonews

A un anno e mezzo dall’alluvione che ha messo in ginocchio la Romagna, i fiumi sono tornati ad esondare o a rompere gli argini. E con la stessa fretta è salito il livello della polemica tra governo centrale e amministrazione regionale riguardo ai lavori fatti per la messa in sicurezza del territorio. Cosa dicono i numeri? Partiamo da quelli ufficiali forniti dalla Regione Emilia-Romagna guidata in questa fase da Irene Priolo, dopo l’elezione al parlamento europeo di Stefano Bonaccini: i lavori effettuati dopo l’emergenza comprendono 402 interventi, di cui 130 già completati, 158 in corso e 114 in fase di progettazione, per un totale di 343 milioni di euro. Tradotto significa che solo un progetto su quattro, o poco più, è stato completato.

Alluvione in Emilia-Romagna, scontro governo-regione. Musumeci: «Prevenzione compito loro». Priolo: ​«Sciacallaggio»

PREVENZIONE

Dalla maggioranza di governo spiegano che sono stati stanziati 230 milioni, ma l’Emilia-Romagna ne ha utilizzati, in questo lasso di tempo, solo un quinto. Inoltre, alla provincia di Ravenna, la più colpita in questa nuova ondata di maltempo, sono stati assegnati 40 milioni, mai spesi. Un tesi però che è respinta dal sindaco, Michele De Pascale. I dati del Comune e della Provincia di Ravenna sono differenti: la quantità di lavori effettuati nei numerosi fiumi che scorrono in quel territorio da maggio scorso è «senza precedenti». Va detto che le precipitazioni registrate nelle ultime 48 ore sono state simili a quelle del 2023 ma allora furono spalmate in due alluvioni differenti. In alcuni casi, poi, le opere eseguite come il muro di contenimento del Lamone a Faenza, hanno dato buoni risultati, ma analoga operazione non è stata compiuta (o non c’è stato il tempo) per il torrente che scorre sempre nella città manfreda, il Marzeno. I fondi sono stati assegnati tramite la struttura del commissario Figliuolo e attraverso tre ordinanze con l’obiettivo di pulire i corsi d’acqua e mettere in sicurezza gli argini. Da questo quadro partono le discussioni dell’ultima ora, con De Pascale che replica: «Già sono inaccettabili le polemiche durante un’emergenza, ma qui stiamo andando oltre, si fanno strumentalizzazioni quando le operazioni di soccorso per salvare le persone sono ancora in corso». Sintesi: è scontro tra il governo e la Regione per l’alluvione che sta colpendo l’Emilia-Romagna, col ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci che sottolinea come la prevenzione strutturale e infrastrutturale sia «di competenza delle Regioni» e la presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo che parla di sciacallaggio: «A Roma scaricano tutte le responsabilità sul territorio, è indecente dal punto di vista istituzionale e morale».

Finanziamo strutture per affitti brevi

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Musumeci incalza: «Se la Regione ci dicesse quanto è stato speso delle risorse assegnate in dieci anni e quali sono i territori ancora più vulnerabili, noi potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario». Replica Priolo: «Ci eravamo illusi che la destra non facesse becero sciacallaggio, invece già hanno replicato il film dell’anno scorso diffondendo fake news e moltiplicando attacchi ad uso e consumo elettorale. Paradosso: hanno voluto mantenere a tutti i costi la gestione della ricostruzione post alluvione a Roma, ora scaricano tutte le responsabilità sul territorio. Abbiamo fatto tutta la manutenzione possibile, ma non basta. Di fronte a eventi come quello di adesso le opere strategiche devono essere finanziate. Ci auguriamo che il governo finanzi i piani speciali». Priolo ha anche chiesto a Figliuolo di dissociarsi da Musumeci: «Non so se lo farà, ma il commissario ritiene che stiamo intervenendo correttamente». Per la segretaria Pd Elly Schlein si tratta di «sciacallaggio politico della destra per fini elettorali» mentre Carlo Calenda aggiunge: «Il governo attacca perché a breve ci saranno le elezioni regionali e stanno indietro». Respinge le accuse Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture: «Sciacallaggio? Hanno ricevuto milioni di euro e disastrosamente ne hanno spesi zero». La situazione resta dunque tesa. L’unica certezza è la rabbia dei cittadini colpiti nuovamente da un alluvione che attendono risposte concrete e, soprattutto, interventi che possano finalmente mettere in sicurezza il territorio.

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