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Web 4.0 e partecipazione pubblica: nuove prospettive per la democrazia digitale #adessonews


I processi di transizione tecnologica, segnati dal passaggio alla quarta generazione del web, aprono nuovi scenari per la comunicazione e partecipazione pubblica digitale.

Web 4.0 e mondi virtuali: la visione della Commissione Europea

Il percorso per un approccio più consapevole circa gli strumenti e opportunità, oltre che delle minacce e rischi rappresentati dalle nuove tecnologie del web 4.0, è stato tracciato dalla Commissione europea attraverso la strategia delineata con la comunicazione del luglio 2023 “Un’iniziativa dell’UE sul web 4.0 e i mondi virtuali: muoversi in anticipo verso la prossima transizione tecnologica” (COM(2023) 442), elaborata a seguito di una consultazione con 140 cittadini, da cui sono emersi principi guida e raccomandazioni che devono ispirare le azioni e le politiche dell’UE nel rinnovato e mutevole contesto della trasformazione digitale.

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Principi guida emergenti dalla consultazione con i cittadini

Ciò che è scaturito dalla consultazione del panel di cittadini, realizzata tra il mese di febbraio e aprile 2023, è innanzitutto l’esigenza di garantire una circolarità nel processo di produzione normativa e di regolamentazione da parte dell’Unione europea e degli stati membri, sull’utilizzo e l’accesso alle tecnologie del web 4.0 e, in particolare, ai mondi virtuali. Emerge un bisogno di partecipazione e di coinvolgimento attivo della collettività, per essere protagonista, insieme alle istituzioni, dei processi di cambiamento in atto nella società dell’informazione, che tendono a plasmare e a condizionare in modo sempre più pervasivo anche la vita reale, in una logica di costante ibridazione tra analogico e digitale, dove le nuove piattaforme ricoprono un ruolo centrale (Bentivegna & Boccia Artieri 2021, Lovari 2022).

Le potenzialità del web 4.0

Le potenzialità offerte dalla quarta generazione del world wide web (intelligenza artificiale e ambientale avanzata, internet delle cose, blockchain, mondi virtuali e tecnologie XR), rendono gli oggetti e gli ambienti digitali e reali pienamente integrati e interconnessi, e permettono di fare esperienze immersive, combinando senza soluzione di continuità il mondo fisico e il mondo digitale.

Le applicazioni pratiche

Le applicazioni delle tecnologie web 4.0, e dei mondi virtuali in particolare, sono molteplici, e vanno dalla co-progettazione ai test e simulazioni, dalla collaborazione all’apprendimento, dalla socializzazione all’intrattenimento, fino alla partecipazione democratica, per offrire ai cittadini nuove modalità e strumenti per esprimere le proprie opinioni e suggerimenti intorno a tematiche e policies.

Obiettivi strategici del Decennio Digitale 2030

Ma in che modo cittadini e portatori di interesse possono prendere parte e contribuire al processo di policy making e di elaborazione e attuazione delle politiche pubbliche in uno scenario estremamente complesso come quello tracciato dal web 4.0?

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È l’interrogativo che accompagna il percorso di consultazione avviato dalla Commissione europea, nel solco della strategia che delinea il “Decennio Digitale 2030”, istituito dalla Decisione (UE) 2022/2481 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022, i cui obiettivi sono articolati in quattro dimensioni: competenze digitali, servizi pubblici digitali, digitalizzazione delle imprese e infrastrutture digitali sicure e sostenibili.

I tre ambiti principali dell’iniziativa UE sul web 4.0

Le azioni definite nell’iniziativa UE sul web 4.0, in armonia con il programma strategico per il decennio digitale, si sviluppano su tre principali ambiti: competenze, imprese e amministrazioni pubbliche.

Con riguardo a quest’ultimo ambito, la richiesta di partecipazione e di coinvolgimento da parte del pubblico impone il dovere da parte delle istituzioni di soddisfare le istanze democratiche assicurando innanzitutto l’accesso a tutti i cittadini, e rimuovendo gli ostacoli e le barriere anche di natura tecnica, che impediscono l’effettivo processo partecipativo in ambito digitale.

Per questo gli spazi all’interno delle nuove piattaforme e dei mondi virtuali che saranno gestiti anche dalle pubbliche amministrazioni devono rispondere a esigenze di apertura e piena accessibilità, nonché di interoperabilità tra i sistemi, nel rispetto innanzitutto della normativa in tema di cybersecurity e di protezione dei dati personali. Diventa, dunque, un imperativo imprescindibile garantire il rispetto dei diritti di cittadinanza digitale, oltre che assicurare la trasparenza in relazione alle finalità, alle modalità di fruizione e di utilizzo dei sistemi.

È dalle raccomandazioni emerse dal panel di cittadini, accorpate per semplicità in due principali aree omogenee (transizione digitale sostenibile e inclusiva e partecipazione attiva nel web 4.0), che muovono le riflessioni del presente articolo, per giungere alla traiettoria che deve guidare le istituzioni nel governare in modo partecipativo e democratico l’attuale processo di transizione.

La necessità di una transizione digitale sostenibile e inclusiva

La consultazione con i cittadini ha messo in evidenza un aspetto cruciale, ovvero la necessità di conciliare la transizione digitale con la transizione ecologica, per realizzare una rivoluzione digitale sostenibile (Longo 2020), nella consapevolezza che le due dimensioni sono interdipendenti e interconnesse. In questo nuovo scenario, segnato dallo sviluppo delle relazioni nodali all’interno della rete 4.0, non si può prescindere dal coinvolgimento di soggetti singoli o organizzati nella realizzazione di un cambiamento che deve essere segnato dalla sostenibilità sotto il profilo dei rapporti economici e sociali, dei diritti, oltre che dell’ecologia e dell’ambiente.

Per evitare danni ambientali, e in una logica di economia circolare, i cittadini chiedono che i prodotti e i servizi digitali vengano realizzati, utilizzati, riciclati e smaltiti avendo cura di ridurre al minimo le ricadute negative sull’ambiente e sulla dimensione sociale.

Promuovere lo sviluppo, la diffusione e l’uso attivo di tecnologie digitali innovative con un impatto ambientale positivo diventa dunque una priorità, se si vuole garantire un modello di trasformazione digitale in cui la tecnologia contribuisca alla lotta contro i cambiamenti climatici e a favorire la transizione verde.

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Un collegamento tra mondi virtuali e sostenibilità ambientale

Per questo i cittadini europei chiedono che si realizzi un collegamento tra mondi virtuali e sostenibilità ambientale nell’ambito dei processi produttivi delle aziende che operano nel settore e nell’erogazione dei servizi. Con la raccomandazione n. 12 “Per mondi virtuali circolari: diritti e responsabilità dei cittadini e delle industrie”, si invitano le istituzioni europee a promuovere azioni di sensibilizzazione ambientale presso cittadini e imprese, e garantire che le apparecchiature dei mondi virtuali facciano parte dell’economia circolare. Si rende necessario che la legislazione sui mondi virtuali obblighi i soggetti industriali a produrre strumenti riciclabili/riparabili e a limitare i problemi relativi all’obsolescenza. Nel contempo, con la raccomandazione n. 13 “Mondi virtuali verdi con energie rinnovabili e trasparenti”, i cittadini reclamano l’istituzione di un sistema di sanzioni e premi da imporre alle imprese che operano nei mondi virtuali al fine di internalizzare i costi ambientali delle loro tecnologie e dell’hardware. La responsabilizzazione di cittadini e imprese rispetto a un uso ottimale delle risorse tecnologiche necessita, pertanto, dell’impulso da parte delle istituzioni attraverso un sistema di regole e politiche tese, da un lato, a promuovere comportamenti corretti e, dall’altro, a contrastare le violazioni.

La domanda di sostenibilità nella sfera economica

La domanda di sostenibilità riguarda non solo l’ambiente ma anche la sfera economica, istituzionale e sociale, in una logica più ampia di innovazione sostenibile (Epifani 2020) che considera la trasformazione digitale come motore di sviluppo della società nel suo complesso, mettendo sempre al centro la dimensione umana.

Garantire una trasformazione digitale antropocentrica e sostenibile

A questo riguardo, la consultazione ha fatto emergere l’esigenza di assicurare, nel percorso di transizione digitale, un approccio basato sullo sviluppo di mondi virtuali antropocentrici, che tenga conto dell’impatto delle tecnologie sull’uomo, sul benessere sociale e sulla salute: con la raccomandazione n. 14 “Mondi virtuali: costruiamo insieme, in modo responsabile, un futuro sano!”, i cittadini invitano a provvedere all’istituzione di un programma di ricerca intensivo relativo all’impatto dei mondi virtuali sulla nostra salute e con la raccomandazione n. 15 “Indicatori per mondi virtuali sani, inclusivi, trasparenti e sostenibili”, chiedono la messa in atto di indicatori in grado di misurare gli impatti sociali, ambientali, mentali e fisici dell’uso dei mondi virtuali.

Va ricordato, inoltre, che garantire una trasformazione digitale antropocentrica e sostenibile è l’obiettivo principale della dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale (2023/C 23/01), e che già nella «Dichiarazione di Lisbona – Democrazia digitale con uno scopo», gli stati membri hanno chiesto l’adozione di un modello di trasformazione digitale che rafforzi la dimensione umana.

Le istituzioni europee, gli stati membri e i cittadini sono concordi nel voler affermare una trasformazione digitale che metta al centro le persone, che garantisca la connettività e la piena disponibilità delle opportunità offerte dal mondo digitale anche attraverso la formazione e il rafforzamento delle competenze.

La sostenibilità sul piano sociale del processo di trasformazione digitale, comporta, dunque, garantire l’inclusione e l’accessibilità, ovvero parità di accesso ai servizi pubblici digitali, in una logica di superamento del digital divide e delle condizioni di disuguaglianza che limitano l’accesso alla rete e al cyberspazio e la conseguente fruizione collettiva da parte di tutti i cittadini dei servizi della pubblica amministrazione.

Una precondizione indispensabile per l’effettivo esercizio dei diritti di cittadinanza digitale, da intendersi sia sul piano individuale che sociale (Marsocci 2015), senza pertanto generare disparità di trattamento e incorrere nel mancato rispetto dei diritti costituzionali di cui agli artt. 2 e 3 in particolare, è la promozione dell’alfabetizzazione informatica dei cittadini come sancito all’art. 8 del CAD (D.lgs n. 82/2005).

Il necessario rafforzamento delle competenze digitali

Per tale ragione i cittadini europei chiedono all’UE il rafforzamento delle competenze digitali attraverso programmi di apprendimento rivolti alla collettività e, in modo particolare, alle fasce più deboli a maggior rischio di esclusione dai processi di transizione digitale.

A tal proposito, con la raccomandazione n. 18 “sviluppo delle infrastrutture digitali”, si raccomanda di garantire la parità di accesso alle tecnologie attraverso l’attuazione di un piano di sviluppo infrastrutturale di vasta portata, che promuova l’accesso a tutti anche a livello finanziario. Sulla stessa linea anche la raccomandazione n. 20 “Accessibilità per tutti: nessuno deve essere lasciato indietro” con la quale si chiede che tutti i cittadini dell’UE siano in grado, sul piano tecnico e procedurale, di accedere ai mondi virtuali e di coglierne le opportunità in funzione delle loro esigenze, dei loro desideri e dei loro interessi.

Identità digitale, sicurezza e affidabilità

Per questo è necessario garantire la più ampia diffusione dell’identità digitale in condizioni di sicurezza e affidabilità, assicurare l’accessibilità e il riutilizzo delle informazioni e degli open data, e fare in modo che l’evoluzione tecnologica sia accompagnata da misure di garanzia sul piano etico, sociologico e giuridico.

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Per far fronte a queste esigenze l’Unione europea si è impegnata a promuovere sistemi di intelligenza artificiale antropocentrici, affidabili ed etici nell’intero corso del loro sviluppo, anche attraverso la recente adozione dell’AI Act, nonché a garantire un livello adeguato di trasparenza degli algoritmi rispetto al processo decisionale sotteso al funzionamento dei sistemi in rapporto agli utenti utilizzatori (D’Acquisto 2022), per fare in modo che le persone siano informate e ne facciano un utilizzo consapevole, assicurando la libertà di scelta nell’interazione con tali sistemi che devono essere progettati secondo l’approccio privacy by design, nel rispetto del Regolamento 2016/679 (GDPR).

Le nuove tecnologie, inoltre, non sono neutrali rispetto alle implicazioni di carattere civico e sociale. Per questo si avverte l’esigenza di rafforzare la cittadinanza digitale per sviluppare il senso di responsabilità e assicurare il rispetto delle regole di convivenza civile e dello stato di diritto anche nel nuovo ambiente virtuale. Va in questa direzione la raccomandazione n. 16 “Normativa per i mondi virtuali in materia di istruzione e sensibilizzazione – Io, te e il metaverso”, con la quale si chiede di adottare norme di buona qualità su come comportarsi nei mondi virtuali che orientino la cittadinanza digitale.

La dimensione umana, pertanto, resta al centro del dibattito sulla transizione digitale, affinché le nuove tecnologie siano progettate e sviluppate per la creazione di spazi equi in cui siano garantiti i principi di uguaglianza e di non discriminazione, e vengano utilizzate con l’intento di generare un impatto positivo sul piano sociale, economico e ambientale.

La partecipazione nel nuovo spazio pubblico digitale

Dalla consultazione pubblica sul web 4.0 e i mondi virtuali è emersa l’esigenza da parte dei cittadini di essere protagonisti attivi della rivoluzione digitale in atto, attraverso processi di partecipazione che possano guidare il cambiamento, avendo riguardo alla dimensione antropocentrica e al rispetto imprescindibile dei diritti della persona tutelati dal diritto europeo e internazionale.

A garanzia della tutela dei diritti è necessario che l’accesso agli ambienti digitali, specie quelli caratterizzati dalle tecnologie di quarta generazione, avvenga in piena sicurezza e affidabilità, perché il cittadino si senta al sicuro e a suo agio e possa esercitare in piena libertà anche il proprio diritto a partecipare al dibattito pubblico.

L’accesso al nuovo spazio pubblico digitale deve essere consentito a tutti, a garanzia di un dibattito democratico, pluralistico e diversificato. Inoltre, perché la partecipazione sia effettiva, devono verificarsi le condizioni di salvaguardia delle libertà di espressione, nonché di riunione e di associazione che sono tutelate dall’ordinamento europeo (artt. 11 e 12 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2000/C 364/01)), e che devono trovare corrispondenza nell’ambiente digitale.

Web 4.0 e partecipazione democratica: cosa chiedono i cittadini

Da qui le raccomandazioni del panel di cittadini che orientano la partecipazione democratica nei mondi virtuali e attraverso le tecnologie 4.0: la raccomandazione n. 5 “Forum partecipativi per sviluppi, regolamenti e norme comuni”, da cui emerge la necessità di regolamentare nel quadro del diritto europeo la partecipazione nello spazio pubblico digitale, e la raccomandazione n. 21 “Quadri giuridici per la trasparenza e la protezione di tutti nel metaverso: dare priorità ai gruppi vulnerabili”.

Le minacce ai diritti

Queste raccomandazioni evocano un problema cruciale – tuttora irrisolto – rappresentato dalla minaccia ai diritti nel mondo digitale e solleva dibattiti sull’assenza di strumenti normativi adeguati che possano arginare i pericoli e le insidie delle nuove tecnologie web, legati in particolare alla diffusione e all’utilizzo degli algoritmi e dei big data (Morcellini 2022). La recente adozione dell’AI Act da parte del Parlamento europeo e del Consiglio può, in parte, soddisfare le esigenze di regolamentazione legate allo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale nel mercato unico europeo, nel rispetto, tra gli altri, dei principi di sicurezza, privacy e trasparenza, ma non può essere sufficiente in uno scenario estremamente “liquido” come quello del web, soggetto a repentine trasformazioni imprevedibili e spesso impercettibili, tali da renderlo difficilmente governabile, specie a fronte di una scarsa conoscenza da parte degli utenti fruitori dei sistemi e algoritmi.

Davanti alle prospettive di una tecnologia in costante evoluzione, i cittadini chiedono con forza l’intervento delle istituzioni anche per supportare una maggiore consapevolezza circa le opportunità, i rischi e le criticità connesse all’utilizzo dei nuovi sistemi e piattaforme.

Molte delle raccomandazioni, per altro, si riferiscono ai mondi virtuali, considerato l’impatto che queste nuove tecnologie possono avere nella vita delle persone, data la pervasività e la compenetrazione tra realtà fisica e ambiente digitale, anche in una prospettiva di accesso ai servizi pubblici tramite i nuovi sistemi.

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Tra queste, la raccomandazione n. 7, “Passaggio o accesso agevole nel metaverso per acconsentire esplicitamente all’uso di determinati dati” con la quale si chiede un meccanismo standardizzato e di facile uso che garantisca la trasparenza dei dati, sia nella raccolta che nel trattamento e conservazione, e attraverso il quale sia esplicitamente concessa l’autorizzazione all’uso; la raccomandazione n. 11 “Libero accesso alle informazioni sugli strumenti digitali e ai mondi virtuali per tutti i cittadini dell’UE”, perché sia garantito a tutti un accesso libero e agevole alle informazioni riguardanti gli strumenti digitali e i mondi virtuali.

Interoperabilità e interconnessione tra i sistemi in uso

Perché sia resa effettiva la partecipazione ai processi decisionali in ambito digitale è necessario, inoltre, che le pubbliche amministrazioni si dotino di infrastrutture tecnologiche adeguate che assicurino l’interoperabilità e l’interconnessione tra i sistemi in uso. Alcune prescrizioni in questo senso sono contenute nel Piano triennale 2024-2026 per l’Informatica nella Pubblica amministrazione, redatto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, nel quale si prevede che “ogni singolo ente pubblico divenga un ecosistema amministrativo digitale, alla cui base ci siano piattaforme organizzative e tecnologiche, ma in cui il valore pubblico sia generato in maniera attiva da cittadini, imprese e operatori pubblici.” (Piano Triennale Informatica per la PA 2024-2026, p. 17)

Le soluzioni suggerite dall’AgID

Le soluzioni suggerite dall’AgID prevedono, tra le altre, che i processi digitali collettivi siano basati: su sistemi e-service, che permettano lo scambio di dati/informazioni in maniera automatica e interoperabile, per facilitare l’interazione tra cittadini e pubblica amministrazione; sul principio once only, in modo che, ogni volta che si attiva un processo di consultazione e di partecipazione, agli utenti dei quali si dispongono già dei rispettivi dati e informazioni, questi non debbano essere nuovamente richiesti.

La trasformazione digitale della Pubblica amministrazione nella direzione dell’interoperabilità, comporta anche una maggiore apertura dei sistemi e del patrimonio informativo che deve essere reso accessibile in formato aperto secondo il principio openness. Affinché si colgano appieno le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie web anche nello sviluppo dei processi di e-participation, è condizione necessaria che le pubbliche amministrazioni si dotino di sistemi e di un’infrastruttura di rete adeguati, supportati dalla creazione di spazi di dati (data spaces) comuni e interoperabili al fine di superare le barriere legali e tecniche alla condivisione, e da meccanismi che garantiscano nel contempo l’apertura, l’accessibilità e la sicurezza.

Nel nuovo spazio digitale per il dibattito pubblico, un ruolo importante può essere svolto dai mondi virtuali, a condizione che questi strumenti siano resi accessibili e siano accompagnati dalle misure di sicurezza che consentano ai cittadini di gestire le identità, i dati e i beni virtuali, nonché le regole comportamentali che i partecipanti sono tenuti a rispettare. Per questo è indispensabile che le istituzioni intervengano per normare l’utilizzo dei mondi virtuali, quali il metaverso, per organizzare e disciplinare, da un lato, gli aspetti tecnologici e infrastrutturali e, dall’altro, il libero accesso da parte dei cittadini (Basdevant, François, Ronfard 2022).

Questi aspetti sono fondamentali se si considera il processo di transizione come un’estensione del mondo reale al mondo virtuale, al punto che la presenza digitale non sarà più separata dalla realtà fisica (Boccia Artieri 2022).

L’interconnessione tra virtuale e reale che lo scenario tecnologico può generare, impone dunque di rafforzare gli strumenti per rendere fluido e accessibile il passaggio tra le due dimensioni, e assicurare la continuità sul piano dei diritti, delle tutele e garanzie, affinché non vengano intaccati i principi democratici di libertà e uguaglianza, e contenere in questo modo i rischi di una limitazione alla partecipazione pubblica.

I pericoli di una distorsione del dibattito pubblico

Nel rinnovato contesto della transizione digitale, non possono essere ignorati i pericoli di una distorsione del dibattito pubblico, già notevolmente trasformato dall’utilizzo dei nuovi media e, in particolare, dei social network che hanno, tra l’altro, determinato la crescente “disintermediazione” (Boccia Artieri e Bentivegna 2021). Quest’ultima genera ricadute negative anche sulla partecipazione e sull’esperienza attiva degli utenti, nonché sulla qualità dei contenuti veicolati attraverso la rete, con i rischi connessi anche alla deriva disinformativa, alla mancata verifica delle fonti, e alla sovrapposizione di voci, a cui si accompagna la minaccia in espansione dell’indifferenza verso la conoscenza (Morcellini 2024).

Il cambiamento in atto, con la prospettiva dell’accesso libero ai mondi virtuali, richiederà inoltre una regolamentazione del dibattito anche a garanzia del pluralismo, attraverso l’adozione di misure idonee a contrastare l’invasione degli algoritmi (Morcellini 2021), a vantaggio della veridicità e autorevolezza delle informazioni che viaggeranno nel nuovo spazio pubblico digitale, e delle regole democratiche che devono governare la partecipazione e il decision making che, specie se legato a situazioni complesse che richiedono un approccio data driven, possono essere supportati dalla macchina e dalla tecnologia, senza che questa si sostituisca alle modalità e attitudini decisionali dell’essere umano.

Bibliografia e sitografia

Basdevant A, François C, Ronfard R, “Mission exploratoire sur les métavers”, ottobre 2022.

Bentivegna S., Boccia Artieri G, Voci dalla democrazia. Il futuro del dibattito pubblico, il Mulino, Bologna, 2021.

Boccia Artieri G., Stati di connessione. Pubblici, cittadini e consumatori nella (Social) Network Society, FrancoAngeli, Milano, 2012.

Boccia Artieri G., La nostra vita “ibrida” nel Metaverso: così dobbiamo co-progettare il nostro futuro (o subirlo), in agendadigitale.eu, 2022.

Consiglio dell’Unione europea, “Metaverso – mondi virtuali, sfide reali”, marzo 2022.

COM(2023) 442, Un’iniziativa dell’UE sul web 4.0 e i mondi virtuali: muoversi in anticipo verso la prossima transizione tecnologica.

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2023/C 23/01, Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale

D’Acquisto G., Decisioni prese dall’intelligenza artificiale, cosa rischiamo? Le sfide sul tavolo Ue, in I Quaderni di Agendadigitale.eu, Fasc. I/2022.

Epifani S., “Sostenibilità digitale”, Digital Transformation Institute, Roma, 2020.

Longo A., Il verde e il blu – per un’etica del nostro secolo, in I Quaderni di Agendadigitale.eu, Fasc. V/2020

Marsocci P., Cittadinanza digitale e potenziamento della partecipazione politica

attraverso il web: un mito così recente già da sfatare?, Rivista AIC n. 1/2015.

Morcellini M., Le nostre vite gestite dalle Big Tech: le sfide per cultura, democrazia e regolazione, in agendadigitale.eu, 2021.

Morcellini M., Media digitali sovrani assoluti? Come influiscono su politica e società, in I Quaderni di Agendadigitale.eu, Fasc. I/2022

Morcellini M., Comunicazione post-covid: i nuovi equilibri dopo la “tempesta perfetta”, in agendadigitale.eu, 2024.

SWD(2023)250 final, Documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna il documento COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI “Un’iniziativa dell’UE sul web 4.0 e i mondi virtuali: muoversi in anticipo verso la prossima transizione tecnologica”

https://citizens.ec.europa.eu/virtual-worlds-panel_it



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