“Auguro a questa amata città di Reggio di risorgere, di rimettersi in piedi con sano orgoglio, per mettere in campo le energie e le competenze migliori di cui i suoi figli e le sue figlie sono ampiamente dotati. Non è per niente confortante sentir parlare di Reggio come la permanente incompiuta”. Lo ha detto questa mattina l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, mons. Fortunato Morrone, nell’omelia in cattedrale in occasione della solennità della Madonna della Consolazione, patrona della città e della diocesi, durante la quale l’Amministrazione comunale ha offerto il cero votivo.
Mons. Morrone, partendo dalla pagina evangelica delle Beatitudini li ha proposti come modello di rinascita per la città dello Stretto invitando cittadini e istituzioni a un impegno condiviso per il bene comune. Per il vescovo, “la logica della competizione e contrapposizione ideologica, dovuta anche alle nostre ataviche frammentazioni campanilistiche e autoreferenziali, ci impedisce di mettere insieme i tanti doni, le belle intelligenze e competenze per fare squadra, perché il bene sia diffuso e a disposizione di tutti. Al contrario, si producono discordia e dispersione delle energie che rischiano di trasformare questa città in una fiumara a secco. Non può essere questo il suo destino”. Per questo è “vitale una chiara onestà intellettuale che riconosca le capacità altrui e di conseguenza una reciproca fiducia, una sinergica collaborazione, cooperazione e partecipazione solidale di tutti, almeno sugli aspetti centrali e decisivi della vita cittadina per renderla più vivibile e attraente”. Il presule ha ricordato i temi concreti da attenzionare indicati da papa Francesco per il Giubileo che si aprirà nel prossimo dicembre e rivolgendosi agli amministratori ha chiesto se intorno a questi temi “possiamo immaginare un dialogo concreto e uno spazio condiviso di confronto e lavoro, per impegnarci insieme su uno o più punti per il bene di tutti coloro che abitano i nostri territori, fino ad arrivare a segni tangibili dell’evento giubilare anche nella nostra città”. Tra questi temi mons. Morrone ha richiamato il mondo giovanile “per dare il meglio di noi a loro, già in questo presente e realizzare con loro una Reggio fresca e vitale, accogliente e inclusiva”. Il presule desidera che i giovani siano “realmente protagonisti creativi e attivi, nell’intelligente e operosa costruzione di un mondo più umano, più equo, più solidale, più giusto, più di quanto siamo riusciti a fare noi adulti. Cercare e pensare con i nostri giovani, accanto a loro, con attenta ed empatica accoglienza delle loro sensibilità e linguaggi – ha spiegato – per noi cristiani significa metterci in ascolto insieme a loro della Parola che nutre la nostra esistenza e dà consistenza al nostro presente guardando con serena fiducia ai giorni che verranno”.
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