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PERUGIA – A una settimana dalla presentazione delle linee programmatiche del mandato di Vittoria Ferdinandi, il consiglio comunale ha “dato i voti” ai programmi della sindaca. Dalla partecipazione alla sicurezza, da palazzo Penna all’«elefante del non voto». Da Fontivegge alle associazioni, fino a brand Perugia

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IL DIBATTITO

Ad aprire il lotto degli interventi è stato il capogruppo Pd Lorenzo Ermenegildi secondo cui oggi si apre una pagina nuova per la città e l’Amministrazione per la quale il Pd ha dato il suo contributo creando le condizioni perché tutto ciò potesse accadere. Una pagina nuova – ha continuato – anche rispetto agli ultimi 10 anni di governo del centro-destra, nonché di alcune esperienze di centro-sinistra che avevano smesso di mettere al centro le esigenze delle persone. Ermenegildi ha parlato di mandato chiarissimo da parte degli elettori: i perugini vogliono partecipare al governo della città; dunque si deve parlare di una partecipazione che non sia mero esercizio di stile, ma che rappresenti una responsabilizzazione della comunità.
Ben vengano quindi i nuovi strumenti proposti dalla sindaca, rimettendo al centro le persone. Come maggioranza si lavorerà per dare sostanza ad operazioni così ambiziose, pur sapendo di non poter essere autosufficienti: “chiediamo a tutte le forze politiche, quindi, di collaborare per l’attuazione dei progetti ed il bene comune”.
Ermenegildi, nell’interrogarsi sulle ragioni del distacco dei cittadini dalla politica, ha chiarito che quest’ultima deve prendersi le proprie responsabilità operando a sostegno degli ultimi ed investendo sulla spesa sociale che non rappresenta mai un costo. “Sappiamo che la coperta è corta, ma a fronte di ciò la politica deve saper indirizzare le risorse disponibili in un confronto franco con i cittadini. Siamo quindi pronti a svolgere il nostro compito in un’ottica non soltanto locale ma europea”.

Per il capogruppo M5S Antonio Donato il programma messo in campo è frutto di un percorso partecipato che anche il M5S ha seguito dall’inizio, portando sul tavolo numerose proposte.
Questo processo di partecipazione non può dirsi ora esaurito, ma deve continuare ancora perché va alimentato giornalmente coinvolgendo tutti, favorendo l’informazione ai cittadini e potenziando i sistemi digitali che semplificano l’accesso ai servizi.
Il contributo del M5S, in questo contesto, sarà volto a raccontare ai cittadini le cose come stanno, perché la trasparenza è per il movimento un valore assoluto e l’essenza stessa della fiducia che i cittadini ripongono sulle istituzioni.
La trasparenza dovrà essere anche faro della legalità, affinché non si abbassi la guardia nel contrasto alle infiltrazioni mafiose.
Altri temi su cui donato ha concentrato l’attenzione durante l’intervento sono stati: la transizione energetica, fondamentale per contenere i cambiamenti climatici, il sostegno alle comunità energetiche, ma soprattutto la sicurezza, tema oggetto della sua delega da parte della sindaca ripetuto per ben 39 volte nelle linee programmatiche. La sicurezza – ha spiegato – non è frutto di una singola azione, ma di un insieme di fattori che devono, necessariamente, intrecciarsi tra loro. Negli ultimi anni le politiche di alcuni partiti, oggi all’opposizione, hanno creato sul punto confusione, distogliendo l’attenzione dalle reali competenze del Comune sul punto, non riuscendo tuttavia a risolvere il problema specie nei quartieri “caldi”.
Ebbene, secondo Donato, il Comune ha il dovere di collaborare con le forze dell’ordine, lavorando soprattutto in termini di prevenzione sociale e rigenerazione urbana, ma non può in alcun modo sostituirsi ad esse. La sicurezza è un bene comune e come tale richiede la collaborazione di tutti ciascuno per le proprie competenze istituzionali.
Concludendo il capogruppo ha sostenuto che vi sono diversi modi di fare politica: c’è quello delle passeggiate e c’è quello della visione, dove la strada che si vuole intraprendere è chiara. Questa è la politica che il M5S e la maggioranza vogliono perseguire, al fine di cercare un approdo concreto e senza timore degli ostacoli posti lungo il cammino; il tutto in un clima di collaborazione anche con le forze di minoranza.

Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha detto di aver ascoltato con attenzione l’illustrazione delle linee da parte della sindaca, apprezzando due aspetti. Il primo è il riferimento al cosiddetto “elefante del non voto”. Su questo siamo tutti chiamati – ha spiegato – ad assumerci piena responsabilità nei confronti di tutti coloro (quasi la maggioranza) che hanno scelto di non andare a votare: guardiamo, dunque, a chi ci osserva ed a chi ha aderito al partito del “non voto” perché rappresenta il primo partito.
Secondo tema condiviso è la riqualificazione della rete idrica, aspetto su cui si è lavorato molto nel recente passato ottenendo risultati egregi in termini di recupero della risorsa; su questo, tuttavia, occorre continuare a lavorare perché ogni perdita rappresenta una ferita.
Detto ciò, Varasano è passato al contesto generale: “ho notato l’accenno a grandi principi che meriano adesione in quanto di comune buon senso, ma mi ha colpito in molti aspetti la scarsa concretezza e soprattutto il punto di approdo che è sempre lo stesso, essendo orientato a case, conferenze e consulte. Questi possono essere strumenti di partecipazione anche utili, ma a patto di non attivarne troppi, visto che rischiano in tal caso di non far decidere la politica ed, in particolare, il sindaco”.
Entrando nel dettaglio delle linee, Varasano si è soffermato sulla 6 (lavoro) per dire che la perdita di residenti non è solo dovuta alla fuga dei giovani e dei “cervelli”, ma soprattutto allo scarto in negativo tra nascite e decessi. “Ecco perché mi sarei aspettato un intervento sulle politiche per la natalità”.
Linea 8 (cultura): nell’evidenziare che vi è intenzione della giunta di lavorare per portare a palazzo Penna mostre di livello internazionale, Varasano ha detto di augurarselo pur temendo che sia difficile pensare di poter entrare in concorrenza con la galleria nazionale. In ogni caso Varasano ha invitato a non denigrare quanto fatto in passato per Palazzo Penna trattandosi di iniziative oltremodo valide e dignitose; nel contempo sul tema della dignità dei lavoratori ha auspicato che l’Amministrazione possa, al di là delle belle parole, adoperarsi davvero per essa.
Su villa Urbani ha poi spiegato che non vi è mai stata la volontà dell’Ente di vendere l’immobile, per la cui riqualificazione al contrario sono già state allocate le opportune risorse a bilancio da tempo. Altro aspetto su cui si può e deve accelerare è il progetto per il riconoscimento Unesco della Perugia etrusca: tema a cui bisogna dare più rilievo essendo molto sentito dalla città. 

Sul ripristino della card museale la sindaca ha sostenuto che l’Amministrazione ci lavorerà “con chi vorrà starci”: questo è quanto ha fatto l’Amministrazione passata capace di mettere insieme sei istituzioni in occasione delle celebrazioni del Perugino, ma senza poter mai colmare il gap che separava il progetto dal ripristino complessivo della card, impensabile senza la costituzione di un apposito consorzio.
Passando alla linea 9 (sport) Varasano ha detto di augurarsi che Perugia diventi capitale europea dello sport sperando che questo non rimanga scritto solo nel libro dei sogni.
Concludendo il suo pensiero Varasano ha spiegato che le linee programmatiche avevano un prodromo non scritto nella presentazione/composizione della giunta quando è emerso con chiarezza che nella compagine mancavano tre aspetti: la famiglia, mai citata tra le deleghe, la sicurezza, poi delegata ad un consigliere ma non ad un assessore, ed infine l’assenza di un’anima cattolica.
In finale il rappresentante di Progetto Perugia ha augurato alla sindaca tanta umiltà perché cinque anni di governo sono lunghi e non sono fatti di soli giorni di sole.

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Per Lucia Maddoli (Orchestra per la Vittoria) la maggioranza è chiamata a riconfermare il proprio impegno davanti alla città, in modo che le linee diventino realtà.
Queste ultime sono frutto di un bel lavoro di confronto e partecipazione, restituendo una visione di città verso cui vogliamo andare, ossia vivace, moderna, aperta agli scambi, ricca di cultura, funzionale e sostenibile, ma soprattutto caratterizzata da una forte dimensione umana che mette al centro i bisogni delle persone fragili, recependo per l’effetto molti spunti provenienti dal mondo cattolico.
Cosa fare per renderle concrete? Come gruppo – ha preannunciato – ci impegneremo sul tema della partecipazione, come fatto in campagna elettorale, ricreando spazi strutturali per favorire il confronto. Ciò in quanto non siamo convinti del modello del cosiddetto “uomo solo al comando”, ritenendo che invece solo la partecipazione possa consentire di dare risposte vere ed adeguate. Altro tema al centro delle politiche della maggioranza sarà la trasparenza decisiva affinché i cittadini siano adeguatamente informati su ciò che avviene in Comune e possano, per l’effetto, dare il loro contributo sulle azioni da adottare.
Come gruppo – ha proseguito – porremo massima attenzione ai temi sociali, portando in consiglio i bisogni delle persone, cui dovranno corrispondere risposte adeguate perché ciò significa investire sul futuro: ciò sarà possibile solo aumentando i servizi in favore di famiglie, anziani, giovani, bambini, donne nonché favorendo una reale integrazione. 
Maddoli ha espresso il suo favore verso la valorizzazione delle associazioni, perché promotrici di socialità e sulla cura dell’ambiente, migliorando la sostenibilità del modo di vivere, favorendo il consumo di suolo zero, rinnovando ed aggiornando i patti di collaborazione con i cittadini sul verde, promuovendo una mobilità sostenibile ed alternativa all’auto. Nell’aver apprezzato l’inserimento tra le linee programmatiche delle politiche sul cibo, Maddoli ha concluso l’intervento dedicandosi ai temi oggetto della delega in suo favore: promozione della pace e della non violenza, cooperazione e dialogo tra culture e tra religioni. In questo momento storico, minato da guerre, c’è bisogno di lavorare molto su questo versante per rifondare la convivenza tra le persone e quindi tra i popoli, in direzione di una Perugia capitale della pace e del dialogo. 

Il consigliere di Pensa Perugia Lorenzo Mazzanti, nel ricordare la genesi dell’ingresso del suo partito in seno alla coalizione di centro sinistra frutto di incontri e riflessioni che attengono alla buona politica, ha spiegato che il primo punto del programma del gruppo sarà rivolto a favorire la semplificazione amministrativa, operando su temi in parte avviati come il digipass, opportunamente potenziato. Altra sfida è quella dello sviluppo economico, fondamentale per sviluppare un tessuto socio-economico che parta dalle potenzialità espresse dagli istituti di alta formazione di cui Perugia è ricca, autentico volano per il mondo del lavoro.
In questo contesto sarà fondamentale integrare i vari servizi.
Altro tema basilare sono le infrastrutture senza le quali non può esserci sviluppo economico: dopo anni di ritardi e di occasioni perse, Perugia ha il dovere di sfruttare meglio la grande opera a disposizione della città, ossia il minimetrò. Infine il dissesto idrogeologico, tema di grande emergenza ed attualità: per contrastare danni e disagi alla cittadinanza a fronte di fenomeni atmosferici sempre più violenti si dovrà lavorare in prevenzione, partendo dalla pulizia e cura di tombini e forazze.
Chiudendo l’intervento Mazzanti ha rivolto un appello sostenendo che la maggioranza non è sufficiente per governare la città, c’è bisogno quindi del contributo dell’opposizione.

Il capogruppo di FI Gianluca Tuteri, nel suo intervento, è partito dal tema della partecipazione, ampiamente sviluppato – ha detto – nel corso della passata consiliatura tanto da essere divenuto un autentico cavallo di battaglia del suo assessorato e di quello guidato da Gabriele Giottoli. Con lui abbiamo lavorato per convincere i cittadini del bisogno di ricreare organismi di partecipazione, fondamentali per dar voce al patrimonio di associazioni che la città vanta. Ecco la ragione del progetto volto alla costituzione di tavoli di partecipazione, costruiti non sulla costituzione politica, ma sul protagonismo di chi vive la città giorno per giorno. Questo documento – ha detto Tuteri – approvato dal consiglio deve essere recepito entro 60 giorni dal sindaco; ci aspettiamo che un segnale in tal senso venga dato.
Tuteri ha poi espresso soddisfazione per il fatto che in molte linee programmatiche della sindaca Ferdinandi vengono ripresi temi da lui sviluppati nei cinque anni di guida dell’assessorato: il riferimento è alla valorizzazione delle scuole, al sostegno dei giovani, al servizio di ascolto psicologico (ottavo segno) che tanto successo ha avuto.
Sulla denatalità ha spiegato che occorre lavorare dal punto di vista valoriale e non solo economico: ecco perché si deve operare in termini di educazione genitoriale, in continuità col recente passato. Ben venga infine l’attenzione per la salute, ricordando che tuttavia in questo contesto il Comune ha poteri e strumenti limitati.
Da Tuteri infine un augurio alla giunta di buon lavoro, con l’auspicio che i desideri diventino cose effettive.

Il capogruppo di Perugia Civica Nilo Arcudi ha tenuto a precisare che, pur superata la fase della campagna elettorale, restano tuttavia le differenze di impostazione tra le due coalizioni. 
La prima è sul tema del sociale, ove ha respinto le accuse del PD di presunta colpevolizzazione da parte della destra dei poveri. Secondo Arcudi invece il tema vero è quello dei meriti e dei bisogni: le Istituzioni non devono svolgere solo attività assistenziale, diventando “bancomat” per coloro che non hanno alcuna intenzione di impegnarsi nella vita. Al contrario il ruolo delle Istituzioni deve essere di mettere tutti nelle condizioni di partire dallo stesso punto, premiando i meritevoli, ma curando, altresì, i bisogni di coloro che pur impegnandosi non riescono a raggiungere risultati. 
Altro grande tema è la partecipazione/inclusione che nasconde dietro di sé non poche insidie sulla tenuta sociale: va ricordato che ogni cittadino, infatti, non è solo portatore di diritti ma anche di contestuali doveri. Quindi ben venga la partecipazione, tema fondamentale non solo per il centro-sinistra, ma anche per il centro-destra che, nelle scorse consiliature, vi ha concentrato molte risorse, pur sviluppando modelli diversi.
Per Arcudi in ogni caso la partecipazione non può diventare “deresponsabilizzazione” delle scelte che in ultima istanza spettano al Comune ed in particolare al sindaco: “i cittadini alle recenti elezioni si sono espressi democraticamente con lo strumento più partecipativo che esista, ossia il voto; ora alla coalizione vincitrice spetta governare pensando sempre al bene collettivo e non agli interessi di parte.
Chiudendo l’intervento Arcudi ha sostenuto che, lasciata la fase di campagna elettorale, il sindaco deve essere chiaro nel far capire la sua idea di città e cosa voglia fare. Al contrario su molti argomenti strategici (ha citato ad esempio il nodo di Perugia, la chiusura del ciclo dei rifiuti, il Brt ed in generale le sfide che attendono la città) ancora non si è capito quale sia la visione della città dell’attuale maggioranza. 

Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica) ha risposto ad Arcudi a proposito della deresponsabilizzazione come rischio della partecipazione. A suo avviso la partecipazione è elemento fondamentale che non può ‘deresponsabilizzare’: un elemento dunque da vedere da un altro punto di vista. Secondo il consigliere, la campagna è stata incentrata sull’ascolto, così come la sua lista civica nata da poco. Parlare con la gente è servito a capire difficoltà e problemi della gente, ciò che la politica non riusciva a sintetizzare. Se anche la precedente maggioranza ha parlato con la cittadinanza, può non aver colto punti fondamentali. Le linee programmatiche da qualcuno sono state definite dei sogni, ma anche i teorici della politica partivano da idee, da sogni. Ora la maggioranza ha la volontà di realizzarli. Ferranti si è soffermato sui punti relativi a sanità pubblica e parte socio-culturale. La maggioranza – ha spiegato – non intende la politica sociale come assistenzialismo, ma come uno strumento di empowerment per mettere le persone nella condizione di partire dallo stesso livello. La sua lista condivide le linee anche su altri fronti, come ambiente e viabilità, e nel complesso puntano a creare una città a misura di tutti. Si parla di strutture fondamentali come Casa della salute, consultori, l’attivazione di una comunicazione, anche attraverso la rete dei sindaci, con tutti gli stakeholders e i soggetti amministrativi che possono decidere in materia di salute. A chi ha ribadito che il sindaco non avrebbe poteri in materia, Ferranti ha ricordato le previsioni della legge 11/2015 sulle competenze del Comune. A suo avviso è fondamentale anche la trasparenza in questa materia: i cittadini devono poter sapere ciò che accade negli ospedali e lo stato delle liste di attesa. E la maggioranza già si sta muovendo per attuare le idee espresse nelle linee programmatiche. La partecipazione resta un cavallo di battaglia: sarà portata avanti anche attraverso una consulta socio-sanitaria, una possibilità di sintesi delle opinioni di cittadini, associazioni, sindacati di categoria, ecc. per arrivare a una visione completa a 360 gradi. L’amministrazione non sarà deresponsabilizzata, ma proprio così intende tradurre i sogni in realtà concrete. 

Per Riccardo Mencaglia (FdI) è fisiologico vi siano distanze tra maggioranza e minoranza, ma ci sono temi e valori su cui ci si dovrebbe incontrare. Il contributo che la minoranza saprà dare sarà quindi importante. Essa si sente chiamata a svolgere un ruolo di lealtà anche rispetto a un passato che orgogliosamente rivendica e alle progettualità che erano state inserite nel programma del centrodestra. Mencaglia ha posto l’accento su due temi. Quanto alla partecipazione, ha detto di ritenere che non sia la prima esigenza dei cittadini né la risposta a tutti i problemi; si tratta però di un valore a cui le forze politiche devono tendere pur evitando il rischio di una paralisi decisionale e tenendo conto che i consiglieri sono chiamati a rappresentare i cittadini. Quanto alla sicurezza, poi, manca una linea programmatica dedicata, pur trattandosi di un tema trasversale su cui quotidianamente vengono chieste risposte e che meritava di essere meglio esplicitato. I dati della Prefettura riferiti a un decennio in qualche modo danno la misura dell’impegno della passata amministrazione e dei risultati collegati alla visione della sicurezza partecipata. Quindi il consigliere ha auspicato una declinazione più specifica di un tema ancora sensibile e attuale. 

Riccardo Vescovi (Anima Perugia), anche alla luce del risultato elettorale, ha sostenuto che la sua lista ha saputo raccogliere sensibilità diverse ma accomunate da una visione comune. Il capogruppo ha citato tre pilastri fondamentali: la partecipazione, una solida volontà di solidarietà e l’attenzione all’ambiente. Analizzando ancora una volta il dato elettorale – ha notato Vescovi – emerge che il partito con più consensi è quello degli astenuti. Per questo la partecipazione sarà uno dei temi centrali del nuovo mandato amministrativo e in particolare saranno promossi le case della partecipazione, il bilancio partecipato e una nuova amministrazione dei beni comuni. La partecipazione civica a cui si punta – ha continuato – è diversa da quella sperimentata nello scorso mandato: si intende strutturarla provando un nuovo modello. Durante la campagna elettorale, inoltre, è stato ribadito più volte che mettendo al primo posto gli ultimi la città diventa migliore per tutti. L’attenzione verso i più fragili, quindi gli anziani e i bambini, sarà massima. Sarà dedicata un’attenzione particolare alle politiche sociali supportando le persone in ogni fase dell’esistenza. Esprimendo orgoglio per i fondi già stanziati in questo ambito, Vescovi ha ribadito che saranno supportate le famiglie, nucleo fondamentale della società. In riferimento al tema della salute mentale, il capogruppo ha espresso soddisfazione per la delega assegnata a De Salvo, che ha definito decisiva per la tenuta sociale della città anche alla luce di recenti fatti di cronaca. Saranno rafforzati – ha proseguito – i servizi per chi è in difficoltà o affronta la sfida dell’integrazione lavorando in sinergia con il terzo settore e saranno potenziati servizi essenziali come l’alfabetizzazione linguistica e la formazione professionale. Vescovi ha ribadito fiducia in un approccio che promuove la cultura della reciprocità e prevenga conflitti e intolleranze. Infine, ha toccato il tema della sostenibilità ambientale esprimendo soddisfazione per il fatto che un membro della lista sia entrato in giunta con la delega all’ambiente. In risposta a Varasano, ha affermato che nessuno desidera un governo teocratico e che lo Stato è laico. A suo avviso non serve patentino di cattolico per entrare in giunta: l’importante è che i valori della cultura cattolico-sociale siano rappresentanti e concretizzati. 

Margherita Scoccia ha reputato positivo che in tanti siano intervenuti per esprimere la propria opinione sulle linee programmatiche dopo la presentazione a Fontivegge, cioè in uno dei quartieri per cui la passata amministrazione ha concepito un grande sogno: farne un quartiere per i giovani e di formazione e sviluppo. Quei sogni – ha detto – sono cresciuti e si sono allargati ad altri quartieri diventando progetti che oggi sono stati consegnati alla nuova amministrazione. In quei progetti, per Scoccia, c’è la cifra del lavoro politico di chi rappresenta il 48% dei votanti. Se si è parlato molto di partecipazione, a suo avviso non bisogna dimenticare gli esperimenti di urbanistica partecipata della scorsa consiliatura. Momenti di confronto – ha sottolineato – c’erano stati anche sul documento strategico territoriale presentato ad aprile e su cui si attende di conoscere gli orientamenti della nuova giunta. La consigliera ha ricordato che nel programma del centrodestra si parlava anche di un nuovo piano regolatore generale, a suo avviso strumento principe per dare risposte, per trasformare i sogni in concretezza. Per Scoccia la nuova amministrazione ha quindi ereditato un patrimonio di sogni e progetti su cui la minoranza vigilerà con grande attenzione. Ha infine contraddetto l’opinione secondo cui la vecchia amministrazione non ha parlato con i territori: al contrario, la politica per Scoccia nei due mandati precedenti era finalmente uscita dal palazzo. Secondo la consigliera, nelle linee programmatiche appare centrale la partecipazione e il centrodestra è pronto a fare proposte migliorative. Se si è molto parlato anche di progetti da migliorare, tutti già esistenti o in corso, non ha sentito parlare di novità. 

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Lorenzo Falistocco (Alleanza Verdi Sinistra)ha detto cheil sogno è una categoria della politica ma le linee programmatiche sono anche concrete. Così, ad esempio, nell’ambito del lavoro si parla di strumenti come la commissione per gli appalti pubblici e sulla sicurezza sul lavoro. Secondo il consigliere, poi, se il corpo elettorale ha accordato la sua fiducia a un programma sussistevano dei problemi. La partecipazione, in particolare, ora è una scelta politica perché si ritiene che possa portare a soluzioni migliori in base a strumenti individuati attraverso i tavoli programmatici. Falistocco ha parlato di un nuovo sistema di alleanze, di un nuovo modello di fare politica tra i progressisti e i civici e della volontà di scoprire insieme nuove strade pur con diverse culture politiche. Il consigliere ritiene che la sua generazione sia nata sulle piazze contro i tagli all’istruzione: quindi, bene parlare di doveri ma anche di diritti. In risposta ad Arcudi ha detto che le nuove generazioni vogliono dare una mano a Perugia senza approccio paternalistico. A suon avviso, inoltre, si tutela la famiglia quando si garantisce il diritto alla casa in una fase in cui aumentano gli affitti. Inoltre fare una famiglia è una scelta e uno Stato non giudica i cittadini su questo punto. Lo sport è la possibilità di praticarlo su tutto il territorio e da parte di tutti. Falistocco ha anche toccato i temi della transizione ecologica, che deve essere socialmente sostenibile, e dello sport, che deve poter essere praticato da tutti e su tutto il territorio. Ha quindi ribadito la ferma volontà di applicare il programma.  

Secondo Marko Hromis (PD) il dibattito ha restituito l’immagine di un Consiglio pronto e che ha preso sul serio i contenuti delle linee programmatiche. Bisogna fare attenzione – ha detto – a non mettere in antitesi il sogno e l’idealità da un lato con l’efficacia amministrativa e il pragmatismo dall’altro per non alimentare involontariamente l’astensionismo. Quando vinse Romizi in città c’era un certo fermento: le linee programmatiche di quel periodo erano piene di idealità. Era giusto allora ed è giusto anche oggi. Il piano programmatico per Hromis in realtà è pieno di riferimenti concreti: c’è un filo rosso tra i vari capitoli con un chiaro riferimento all’Europa e alla internazionalizzazione. Quando si parla di bilancio partecipativo si parla di qualcosa di molto concreto e non di astratto, che altrove da anni si porta avanti, come anche nel caso di “città in 15 minuti”, di recupero di aree verdi e riqualificazione e di cintura verde, temi collegati al benessere del cittadino. Tutto questo può accadere anche a Perugia: non tutto si riuscirà a fare, come accaduto già in passato, ma l’impegno deve essere la cifra distintiva di questa amministrazione anche attraverso la partecipazione e il coinvolgimento. 

Francesca Pasquino (Pd), parlando di “momento di più grande solennità della consiliatura”, ha affermato che le linee programmatiche pongono costantemente l’accento sulla cura: quella delle relazioni, che riparte dai territori e dalle pratiche dell’ascolto; la cura degli spazi, oltre lo sguardo rivolto allo statico pensiero del decoro urbano per valorizzare la funzione degli spazi in tema di coesione e riscatto sociale. Particolare significato si dà allo spazio culturale, tenuto conto che la cultura è soprattutto un fattore di riscatto sociale. Accennando a Palazzo Penna, la consigliera ha auspicato che torni a essere ciò che era fino a 10 anni fa: luogo della cultura contemporanea e della socializzazione. L’impegno che ci attende, dunque, è coniugare la forza propulsiva delle creatività con una diffusa rete pubblica capace di strutturare uno welfare culturale senza periferie. Ma spazio è dedicato anche alla cura della salute, delle persone e delle famiglie. Il welfare non è un costo – ha detto Pasquino – ma un investimento per il futuro della nostra comunità e per questo non si può tollerare che si taglino i servizi sociali. Pertanto ha ringraziato Spera per aver posto in essere azioni che vanno in tutt’altra direzione. Il progetto descritto nelle linee programmatiche è costruire una Perugia capace di guardare alle differenze accogliendole nella convinzione che siano risorsa e non un problema, una città che non si chiude ma si apre. In assenza dei servizi, il carico di cura, peraltro non pagato, ricade sulle famiglie e soprattutto sulle donne: finalmente le linee programmatiche pensano anche ad azioni rivolte alle donne. Creare pari opportunità significa creare le condizioni perché il potenziale femminile possa effettivamente esprimersi e costruire un futuro in cui la partecipazione delle donne nelle dinamiche economiche, sociali e culturali sia un dato fondato sulle capacità, sulle competenze e sui desideri. Creare pari opportunità significa investire sulle famiglie, sulla scuola e sulla formazione. 

Per il consigliere PD Federico Balducci emerge che la questione della partecipazione ha acceso gli animi essendo tema tra i più sentiti in città.  Su di essa appare chiara la volontà della maggioranza di metterla al centro dell’azione politica, dall’altra invece vi è un’opposizione che sostiene di averla praticata nella passa consiliatura. Secondo il consigliere partecipazione non può essere solo conoscere dove si trovino le sedi di tutte le associazioni e proloco, né può essere ascritta a mero obbligo previsto dai bandi effettuandola in orari che confliggono con le esigenze del mondo produttivo, bensì deve essere un’impostazione i cui effetti si produrranno nel medio periodo della consiliatura. Balducci ha fatto notare a questo proposito che il citato intervento sulla partecipazione presentato dal centro-destra nella passata consiliatura è invece approdato quale ultimo atto di mandato.

Edoardo Gentili (FI) ha voluto citare passaggi del discorso pronunciato dalla sindaca in sede di illustrazione delle linee, con riferimento, in particolare, all’auspicio che in aula lo “scontro” sia basato solo sul valore delle proprie idee, ma anche la volontà di intraprendere un cammino di collaborazione reale. A tal proposito, uscendo dalle ideologie e provando a guardare solo i fatti (ossia i contenuti delle linee), Gentili ha detto di aver trovato in esse certamente dei punti di forza su cui FI ha tutta l’intenzione di collaborare: si pensi alla lotta alle discriminazioni, elemento e strumento di vera libertà nonché di pluralità e quindi ricchezza, oppure all’attenzione nei confronti della salute mentale specie tra i giovani.
Ed ancora: energia ed ambiente con proposte innovative che rappresentano un punto di forza.
Il brand Perugia: proposta che accogliamo positivamente per costruire una città sempre più attrattiva nel mondo. Bene anche la linea 11, incentrata sulla buona amministrazione: è fondamentale la valorizzazione delle risorse umane che compongono la macchina comunale essendo l’Ente composto da tante donne e tanti uomini che giornalmente danno l’anima in favore dell’interesse collettivo, spesso con stipendi non adeguati ma con responsabilità importanti. E’ altresì importante lavorare sul tema della semplificazione e della digitalizzazione. 

Accanto a ciò nelle linee emergono anche punti di debolezza. Si pensi alla linea 1 dedicata alla partecipazione, tema importante da non liquidare con leggerezza e semplicità, essendo insito nella democrazia (Grecia classica, ecc.). Su questo tema l’impostazione del gruppo di F.I. sarà basata sul concetto del “make it simple”, ossia “rendilo semplice”: nel mondo complesso in cui viviamo – ha detto – l’idea di immaginare una serie di enti o organismi può rappresentare un problema nella declinazione concreta e sull’allungamento dei tempi delle decisioni. Il tema è legato anche ad un tema di costi, in quanto aprire 13 “case della partecipazione” sarebbe dispendioso; a tal proposito Gentili ha suggerito due possibili soluzioni: l’utilizzo del digitale e immaginare una modifica costituzionale che vada in direzione della costituzione di 20 città metropolitane, una per ogni capoluogo di regione al fine di dotarle di consigli municipali; proprio ciò che serve ad una città come Perugia.
Infine per Gentili tra le linee emergono alcune assenze “ingiustificate”: il tema della crescita economica, l’università/città universitaria, il centro storico/la città storica, l’edilizia scolastica, le carceri.

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