Non c’è pace per lo storico negozio di via Alessandro Serpieri, nel cuore pulsante di Rimini. Quello che fino a 11 anni fa ospitava la celeberrima cartoleria la Moderna, e che dal 2013 è diventato un maxi emporio a gestione cinese. Anche “Ottimo market”, questa l’insegna attuale all’ingresso del locale, rischia infatti ora di dover chiudere i battenti. La ragione è un’esecuzione immobiliare a carico dei proprietari dell’immobile, con il risultato che lo stabile e tutte le sue pertinenze sono finite all’asta.
Al miglior offerente
Il negozio, infatti, da qualche giorno compare tra gli immobili “pubblicizzati” sul sito Aste giudiziarie e il prezzo di partenza per lo stabile che vanta una superficie lorda di oltre 834 metri quadri, oltre a un accesso secondario su via Bufalini, è un milione e 266.042,96 euro. La prima udienza è fissata per il 19 novembre e si procede con vendita asincrona telematica. Il termine per fare pervenire le proposte è il 18 novembre alle 13 e l’offerta minima è 949.532 euro. Delegato alla vendita è l’avvocato Matteo Franchini, disponibile, spiega, «a offrire assistenza» a chi intende partecipare all’asta.
Il rischio per l’attività commerciale tuttora attiva è che con l’eventuale passaggio di proprietà, e allo scadere del contratto, potrebbe dover trovare un’altra “casa”. «Al momento – chiarisce infatti il legale – il contratto di locazione del negozio è attivo ed è opponibile, significa che non cessa col passaggio di proprietà». Ma alla scadenza, non lontanissima, «le cose potrebbero cambiare».
La storia
La cartoleria La Moderna venne fondata dalla famiglia Ugolini nel 1945, nell’immediato Dopoguerra. L’ultimo proprietario fu Danilo Ugolini, colui che nel marzo 2013 prese la decisione che fece spegnere le luci per sempre a un negozio che proprio quell’anno avrebbe spento le 70 candeline.
Una scelta dettata dall’aumento dei costi e della diminuzione dei ricavi, che scavò una profonda lacuna nel tessuto commerciale riminese.
Per generazioni e generazioni di alunni, e i loro genitori, La Moderna fu infatti una vera e propria “istituzione”, un punto di riferimento, una sorta di “rito di passaggio”, almeno una volta nella vita, all’inizio dell’anno scolastico. Era lì, infatti, che a settembre ci si recava per ordinare i libri di testo prescritti dalla scuola, ma soprattutto per fare incetta di quaderni, astucci, colori, zaini, penne e matite.
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