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le regole e cosa dice la legge #adessonews


Animali in condominio: cosa prevede la norma

In base all’art. 1138 del Codice civile italiano, “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”, pertanto non è valida una disposizione del Regolamento condominiale che vieti di tenere un animale da compagnia in appartamento.

In un condominio è valido il Regolamento che stabilisce le norme per l’utilizzo delle parti comuni (quali cortili, giardini e ascensori) sempre che queste regole non ricadano in un divieto assoluto. Ad esempio, è possibile vietare l’utilizzo dell’ascensore principale per trasportare un cane solo se è presente un ascensore di servizio utilizzabile a questo scopo. Il senso di questa regola sta nel principio che ciascun condomino (anche i condomini che hanno animali) deve poter utilizzare le parti comuni del condominio senza impedire ad altri di fare altrettanto.

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Perciò, anche in mancanza di espliciti divieti, i proprietari di animali, devono fare in modo che la presenza di un animale, in condominio e negli altri spazi comuni, non crei disturbo e non limiti il diritto che gli altri condomini hanno sui medesimi spazi.

Un comportamento corretto si deve tenere anche senza uno specifico Regolamento condominiale che ci dica come agire in ogni circostanza! Ad esempio, per gestire correttamente i cani in condominio, occorre curare l’igiene dell’animale in maniera che non emetta cattivo odore, inoltre, è necessario rimediare immediatamente nel caso l’animale lasci impronte di fango o imbratti in altro modo le parti comuni. Fondamentale anche addestrare l’animale a non abbaiare eccessivamente e a non lanciarsi contro le persone che incontra uscendo da casa (anche se magari lo fa solo per “fare le feste”). A questo scopo è possibile seguire dei corsi di addestramento che insegnano al padrone la gestione dell’animale. Informazioni su questi corsi si possono trovare presso Comuni, Aziende Sanitarie Locali, Ordini dei medici veterinari, associazioni di protezione degli animali).

Per il resto basta la buona educazione ed il buon senso, ad esempio è buona regola chiedere il permesso prima di entrare in ascensore con un cane se ci sono altri condomini che potrebbero esserne infastiditi. Se poi l’animale è poco socievole o di grosse dimensioni, meglio usare le scale o aspettare che l’ascensore sia libero.

Quanti animali si possono tenere in condominio?

Non esiste un limite fissato dalla legge al numero di animali che possono vivere in un condominio, pertanto non c’è una risposta alla domanda “Quanti cani possono vivere in un condominio?”. Sono invece previsti limiti per i singoli appartamenti, e provengono dai Regolamenti comunali o regionali che dispongono norme a tutela della salute degli animali e delle persone.

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Questi provvedimenti si riferiscono più in generale agli “animali d’affezione” e spesso non si tratta di limiti inderogabili, ma di obblighi di comunicazione alle autorità sanitarie nel caso si superi il numero di esemplari indicato dal regolamento stesso.

Anche l’intervento del giudice chiamato a dirimere una lite di vicinato nata dalla presenza di animali domestici, può decidere il numero massimo di animali che si possono ospitare in un’abitazione. È importante specificare, tuttavia, che la sentenza del giudice che stabilisce il numero di esemplari tollerabili in un dato ambiente, ha valore solo per il caso specifico, e non potrà mai valere come regola generale. Questo vuol dire che il numero di animali accettabili in un’abitazione deve essere stabilito caso per caso, tenendo conto della situazione specifica e in particolare delle condizione dei luoghi, delle peculiari esigenze etologiche di ogni singolo animale e delle ordinarie regole di igiene pubblica.

Animali: chi fa rispettare il regolamento condominiale?

Spesso i condomini chiedono all’amministratore condominiale di intervenire nei confronti dei proprietari di cani che abbaiano o dei gatti che sporcano in condominio. In questi casi l’amministratore può invitare i condomini, anche per iscritto, al rispetto del regolamento e delle regoli civili, ma non dispone di alcun mezzo coercitivo nei confronti dei condomini che si comportano male.

Se escludiamo la possibilità di comminare una sanzione per violazione del regolamento condominiale, che però deve essere approvata caso per caso dall’assemblea, l’amministratore non ha alcun potere di fatto nei confronti dei condomini.

Se dunque l’intervento dell‘amministratore non basta a risolvere la situazione, non resta che ricorrere all’azione legale, che può essere intentata sia dal singolo, sia dall’amministratore in seguito ad una delibera condominiale e a nome del condominio. In questo modo è anche possibile chiedere al giudice un provvedimento che nell’immediatezza determini il cessare delle immissioni, se intollerabili, ed ottenere un equo indennizzo.

La soluzione migliore, come sempre, è cercare l’appianamento dei problemi in via amichevole, avendo come obiettivo la civile convivenza cercando di non inasprire i rapporti tra condomini. Da un lato, chi è infastidito dagli animali dei vicini non dovrebbe lanciarsi in rischiose azioni giudiziarie se non ci sono motivi concreti, e dall’altro chi possiede animali dovrebbe rispettare lo spazio e le esigenze degli altri condomini.


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