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Asta per “ò Pagliarone”: udienza 13 settembre 2024 #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Procedura di Asta Giudiziaria per l’ex ristorante O’ Pagliarone. Continua il processo per i quattro soggetti coinvolti:  Costantino Giordano, Renato Freda  (che fungeva da prestanome per i Galdieri),  Nicola Galdieri  e  Armando Aprile  (precedente partner di Livia Forte nel filone delle Aste Ok). Questi quattro individui sono stati accusati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli di vari reati, tra cui turbativa d’asta, estorsione aggravata e favoreggiamento dell’associazione a delinquere. Il Sindaco del Comune di Monteforte Irpino è stato inoltre accusato di aver collaborato con il presunto capo del Nuovo Clan Partenio, Nicola Galdieri, nell’imporre una tassa di 120.000 euro per assicurare che l’asta venisse vinta dalla Monteforte Srls. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Alberico Villani, Gaetano Aufiero, Patrizio Dello Russo, Claudio Davino, Antonio Brigante e Gerardo Di Martino.

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L’udienza è iniziata con la comunicazione della deposizione agli atti della perizia. L’autore della stessa, su decisione delle parti, non è stato ascoltato. Successivamente, è proseguito il controesame da parte del Pubblico Ministero responsabile dell’indagine, la dottoressa Anna Frasca, nei confronti del teste Gennaro Pascale. Quest’ultimo ha dichiarato di aver consegnato ai carabinieri un file video in cui si evince un litigio tra lui e Costantino Giordano avvenuto il 7 aprile 2019, ma non solo: tali video sono stati estrapolati dalle telecamere di sorveglianza de “’O Pagliarone”. Relativamente alla ben nota cessione delle quote, il teste ha raccontato dei suoi dissidi con Costantino Giordano. “Ho consegnato anche un video in cui Giordano si è presentato con Nicola Galdieri; chiaramente era per risolvere le questioni”. Il Pm antimafia Anna Frasca, in avvio dell’istruttoria ha chiesto l’acquisizione di due file, che si riferiscono ad altrettanti episodi avvenuti all’interno del ristorante “ò Pagliarone”. 

Rispondendo alle domande dell’avvocato Antonio Brigante, Pascale ha confermato ancora una volta il suo ruolo di socio di fatto della Monteforte Srls (formalmente intestata alla moglie). Incalzato dal penalista, ha raccontato anche del suo rapporto con “la regina delle aste”, Livia Forte: “Con Livia Forte aveva solo un rapporto di tipo professionale; nella fattispecie, eseguivo gli ordini per il ristorante ‘It’s OK’. Per quanto riguarda l’asta, almeno inizialmente, non mi disse nulla. Da parte sua non ci fu alcun avvertimento e, successivamente, comunicai a Costantino Giordano e un altro socio il contenuto del nostro incontro. Per quanto riguarda il sopralluogo dell’asta di Armando Aprile, invece, non potei dire nulla. Mi allarmai perché sapevo che lui era socio di Livia Forte, e lo spiegai anche a Costantino Giordano. Lui mi disse: ‘Andiamo da Alfio Galdieri e vediamo cosa ci dice’. Alfio Galdieri rispose: ‘Datemi qualche giorno di tempo e vi faccio sapere’. In quell’occasione eravamo presenti io e Costantino Giordano. Il nostro incontro non durò più di un quarto d’ora”. Il testimone, quindi, ha confermato ancora una volta di essere andato a parlare con Costantino Giordano a seguito dell’incontro con Livia Forte e del timore, da parte di Pascale, che l’asta poteva essere aggiudicata a quest’ultima. 

Il controesame di Brigante prosegue e Pascale aggiunge: “Io, da parte di Galdieri Nicola, ho ricevuto una richiesta economica e l’ho saputo da parte di Costantino Giordano”. Una affermazione contestata dal difensore di Costantino Giordano poichè, all’interno delle SIT, il teste aveva affermato dichiarazioni diverse. Pascale conferma: “Nicola Galdieri è subentrato in seguito ma, almeno inizialmente, io non l’ho mai visto. Poi mi ha chiesto il denaro”. L’importo totale previsto era di 120mila euro per garantire che Aprile non partecipasse all’asta del ristorante. Il pagamento fu sospeso quando si decise di procedere per vie legali.  Gennaro Pascale, poi, è tornato sul suo rapporto con Livia Forte: “Avevamo un rapporto cordiale, come con tutti i miei clienti. Questa è sempre stata la forza della mia attività. Non sono mai andato al matrimonio della figlia di Livia Forte, anche perché la figlia non è sposata. Sono andato, invece, al matrimonio del figlio”. 

L’avvocato Gerardo Di Martino, invece, è tornato sugli elementi presentati in data odierna e, inoltre, ha affrontato la questione se il sistema di videosorveglianza del locale imprimisse la data sul filmato: “Non lo so, non ne ho idea. Non faccio il tecnico. Comunque per estrapolare il video occorre circa una settimana”.

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L’avvocato Gaetano Aufiero, invece, ha posto domande relative alla data in cui è venuto a conoscenza che l’immobile fosse finito all’asta: “Mi pare all’inizio del 2017 e, in quell’occasione, venni a sapere che il bene sarebbe finito all’asta. Non ricordo, precisamente, quando avvenne il sopralluogo di Armando Aprile”. Pascale ha poi ribadito ancora una volta le parole di Livia Forte: ‘Non vi lamentate, poi, se qualcuno si prende il bene all’asta’: “Conoscevo Armando Aprile di nome, ma non sapevo se lui e Livia Forte fossero soci in questa attività legata alle aste giudiziarie. Poi, in seguito, ne sono venuto a conoscenza”.

L’avvocato Aufiero, nella fattispecie, si è soffermato sugli incontri avvenuti presso ‘It’s OK’: “Ci furono più incontri, ma le date non le ricordo”.

Pascale Gennaro, rispondendo alle domande dell’avvocato Aufiero, ha raccontato della consegna della somma di 70.000 euro in contanti nelle mani di Nicola Galdieri, come anticipo sui 120.000 euro. Quest’ultimo stabiliva che i restanti 50.000 euro dovevano essere rateizzati, pagando una somma di 2.000 euro mensili, che Pascale Gennaro avrebbe dovuto consegnare nelle mani di Costantino Giordano, il quale, a sua volta, li avrebbe recapitati a Nicola Galdieri.

Nonostante le richieste estorsive avvenute presso il ristorante di Livia Forte, Pascale ha ribadito: “Dopo quell’episodio, comunque, non ho interrotto il rapporto professionale e cordiale con Livia Forte”.

Dopo è stato il turno dell’avvocato Claudio Davino, che si è soffermato sui motivi per cui ha deciso di partecipare all’asta: “Io già lavoravo nel mondo della ristorazione, avevo le competenze per farlo, e per questo mi ha coinvolto Costantino Giordano”.

La prossima udienza avrà luogo il 15 novembre 2024. 

L’indagine partita dalle dichiarazioni di Livia Forte

Una indagine partita dalle dichiarazioni rilasciate da Forte Livia nell’interrogatorio del 2 dicembre 2021 e che trovano ampio riscontro nel verbale di vendita degli immobili della società “Pagliarone”. Dall’analisi del predetto verbale, infatti, non solo emerge il particolare che Forte Livia ha rinunciato inspiegabilmente ad effettuare il rilancio vedendosi sfumare un importante affare da circa 400.000 euro a causa di una differenza di soli 100 euro tra la sua offerta e quella della controparte , ma soprattutto si ha la conferma che Galdieri Nicola sia riuscito nel suo intento, ovvero che Giordano Costantino, insieme ai soci, si aggiudicasse l’asta in questione estromettendo il “leader” delle aste giudiziarie in Avellino e provincia. L’interesse di Galdieri Nicola nella vicenda dell’asta “Pagliarone”, emerge con forza dalle dichiarazioni rilasciate da Gennaro Pascale, marito di una donna, all’epoca, socio di Costantino Giordano nella gestione del ristorante “Pagliarone”. Infatti, Gennaro, nel corso della sua escussione, dichiarava di aver subito una vera e propria estorsione da parte di Nicola Galdieri, il quale gli aveva chiesto la somma di 120.000 euro e in cambio avrebbe fatto “desistere” Livia Forte dalla partecipazione all’asta in questione.

Dopo le varie insistenze di Costantino Giordano, che era favorevole a pagare questa tangente, Pascale Gennaro si recava presso l’abitazione del Galdieri e consegnava la somma di 70.000 euro in contanti nelle mani di Galdieri Nicola, come anticipo sui 120.000 euro. Quest’ultimo stabiliva che i restanti 50.000 euro, dovevano essere rateizzati pagando una somma di 2.000 euro mensili, che Pascale Gennaro avrebbe dovuto consegnare nelle mani di Costantino Giordano, il quale, a sua volta, li avrebbe recapitati nelle mani di Galdieri Nicola. Dopo aver pagato sei mensilità secondo questa modalità, Pascale Gennaro, per lasciare traccia di questa estorsione chiedeva a Galdieri Nicola una modalità di pagamento tracciabile. Sempre secondo quanto riferito da Pascale Gennaro, Galdieri Nicola diceva che avrebbe fatto emettere delle fatture nei confronti della società Monteforte Srls e che le stesse sarebbero state emesse da una impresa di costruzioni.

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