Effettua una nuova ricerca

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Agevolazioni
Aste immobili
bed & breakfast
Immobili
Richiami italiani ma produzione cinese: l’Antitrust sanziona DR Automobiles #adessonews


L’AGCM ha dimostrato che l’azienda cinese ha posto in essere, a partire dal 2021, due diverse pratiche commerciali scorrette: negli spot pubblicitari erano stati inseriti elementi tali da far credere al consumatore che la produzione delle automobili avvenisse in Italia, quando invece questa era interamente localizzata in Cina. Inoltre, il servizio di post-vendita presentava importanti lacune, con tempistiche per i pezzi di ricambio superiori in alcuni casi a un anno.

Master online in diritto dei consumatori, 12 ore – 3 incontri in aula virtuale, Il Master analizza lanormativa a tutela del consumatore nella sua prospettiva pratica, mediante l’esame della giurisprudenza nei settori di più rilevante impatto. Altalex Formazione.
Scopri subito programma e relatori

1. Le violazioni riscontrate

Con provvedimento del 11 giugno 2024 (testo in calce) l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso il procedimento PS12638, aperto nell’Ottobre del 2023 a seguito della segnalazione di Altroconsumo nei confronti della DR Automobiles e della sua controllata DR Service & Parts, riscontrando la violazione degli artt. 20, 21, 22, 24 e 25 del Codice del consumo in relazione a due diverse pratiche commerciali: da un lato l’azienda ha rappresentato e pubblicizzato in maniera ingannevole l’Italia come luogo di produzione delle vetture a marchio DR ed EVO; dall’altro, non ha predisposto un sistema di approvvigionamento dei pezzi di ricambio efficace per la rete di assistenza post-vendita, omettendo altresì di fornire un’adeguata formazione ai dealer che non hanno quindi potuto fornire ai clienti un servizio di assistenza idoneo.

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

2. Il contesto aziendale

La DR Automobiles è stata fondata nel 2006 a Macchia d’Isernia dall’imprenditore Massimo Di Risio: l’azienda si occupa della commercializzazione e dell’assistenza, per tramite della controllata DR Service & Parts, dei veicoli a marchio DR ed EVO nel territorio italiano.

Gli ultimi anni hanno visto un’importante crescita di questa realtà, come dimostrato dal lancio di nuovi modelli e dai buoni risultati in termini di vendite e fatturato, quest’ultimo superiore ai 600 milioni di euro.

Come riportato nell’istruttoria, nel periodo dal 2006 al 2010 l’azienda aveva effettivamente una linea di montaggio attiva in Italia, all’interno della quale venivano prodotti modelli basati su meccanica, ricambi e motori derivati da alcune auto della Fiat.

Dal 2010 è tuttavia iniziata una progressiva modifica del business aziendale, che si è concentrato sull’importazione di vetture già assemblate dalla Cina ma che tuttavia richiedevano, a detta dell’azienda, sostanziali interventi di manodopera per poter essere commercializzate.

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Tali interventi, che venivano appunto realizzati nell’impianto molisano, erano giustificati dal fatto che gli impianti cinesi non fossero ancora in grado di garantire un’elevata qualità costruttiva, ma tale situazione sarebbe andata col tempo a migliorare con la conseguenza di rendere sempre meno incisivi gli interventi effettuati in territorio italiano, per quanto comunque necessari.

L’istruttoria ha evidenziato come attualmente DR Automobiles acquisti autovetture prodotte da alcune aziende cinesi (Chery Automobiles, JAC Motors e BAIC Group), le importi in Italia come “finite” (tant’è che i dazi vengono pagati su un prodotto definito marciante) e proceda ad alcuni interventi di rifinitura e completamento effettuati presso il sito di Macchia d’Isernia (per tramite di una società terza, la DR Motor Company).

Completata questa fase, le autovetture vengono distribuite alla rete di vendita nazionale sotto i marchi DR ed EVO (per tramite delle controllate DR Italia ed Evo Italia), curandone gli aspetti relativi al marketing.

3. Il primo profilo del provvedimento

Per quanto riguarda il luogo di produzione delle vetture, ad essere finiti all’attenzione dell’Autorità sono stati alcuni spot pubblicitari risalenti al 2021 e riproposti negli anni successivi, nei quali veniva sottolineato il legame tra l’azienda e l’Italia attraverso testi suggestivi e immagini del paesaggio italiano: in uno di questi tali immagini erano seguite da uno spezzone che mostrava una catena di montaggio con alcune autovetture in produzione, facendo pensare che tale luogo fosse ubicato all’interno del territorio nazionale.

Oltre a ciò, i riferimenti all’italianità erano svariati, a partire dagli stessi loghi delle due società posti alla fine degli spot (che utilizzavano al loro interno direttamente il tricolore) per arrivare a testi che rimandavano alla “storia italiana” del gruppo.

Ulteriore conferma di come si volesse evidenziare questo rapporto emerge dalle mail interne visionate nel corso del procedimento, nelle quali viene sottolineato come l’obiettivo della campagna e del reparto marketing fosse quello di associare il più possibile l’immagine dell’azienda all’Italia, anche attraverso l’uso di immagini e location che non avessero apparentemente alcun legame col prodotto, come avvenuto nel caso del lancio del modello DR 6.0 (spot girato a Venezia, con claim che insisteva sull’“emblema della Bella Italia […] da girare con il voyager suv DR 6.0”).

L’Autorità ha quindi svolto ulteriori approfondimenti presso l’impianto molisano, avvalendosi anche della Guardia di Finanza che ha ispezionato i container all’interno dei quali arrivavano le auto dall’estero.

Da tale attività è emerso come i veicoli provenienti dalla Cina arrivassero in Italia già sostanzialmente finiti e che gli asseriti “interventi di rifinitura e completamento” effettuati nel territorio italiano consistessero esclusivamente in piccole operazioni di detailing e rebranding dei veicoli: in particolare, venivano sostituite le calandre frontali con altre aventi il logo DR o EVO, venivano cambiati gli airbag del volante per apporvi la mostrina col logo dell’azienda, veniva impresso sul telaio il numero di serie del veicolo necessario per l’immatricolazione ed infine montato l’impianto GPL nei veicoli a benzina.

Dall’analisi dei documenti contabili è emerso inoltre che i costi sostenuti per tali interventi di completamento ammontassero a poco più del 10% del valore complessivo dell’autovettura, sottolineando ulteriormente la marginalità degli stessi in rapporto al complessivo processo costruttivo.

Tale circostanza risulta ulteriormente evidente se si guarda ai modelli prodotti dalla Cherry: essi risultano infatti praticamente identici alle vetture distribuite dalla DR, confermando come l’azienda acquisti mezzi prodotti da altre società e proceda successivamente ad un semplice rebranding, senza che via sia quindi alcun processo produttivo proprio.

Ciò risulta coerente col fatto che, come accertato nel corso dell’ispezione, l’impianto di Macchia d’Isernia sia completamente sprovvisto di qualsiasi tipo di struttura o impianto per la fabbricazione delle autovetture, diversamente da quanto rappresentato nei predetti spot promozionali (nel testo del provvedimento è possibile visionare alcune foto realizzate nel corso dell’ispezione).

Corso online E-Commerce e tutela dell’acquirente, 9 ore – 3 incontri in aula virtuale, Il Corso approfondisce il contesto normativo applicabile in materia di e-commerce e di formazione dei contratti telematici. Altalex Formazione.
Scopri subito programma e relatori

4. Il secondo profilo

La seconda pratica oggetto del provvedimento ha invece riguardato il servizio di assistenza post-vendita presso la rete ufficiale DR e l’approvvigionamento dei pezzi di ricambio, gestiti dalla DR Service & Parts.

Dall’analisi delle comunicazioni tra l’azienda e i dealer sul territorio è emerso come fin dal 2022 fossero state riscontrate gravi carenze sia nella consegna dei pezzi di ricambio (con ritardi che in alcuni casi si sono protratti per oltre un anno) sia nella formazione che i concessionari avrebbero dovuto ricevere per poter intervenire adeguatamente sulle autovetture sia in fase di vendita che di assistenza tecnica (tale situazione sussisteva addirittura dal 2016).

Tali lamentele hanno ricevuto da parte dell’azienda solo generiche spiegazioni e promesse che nel corso dei successivi mesi sarebbero state implementate soluzioni che avrebbero risolto il problema, puntualmente disattese, costringendo in alcuni casi le officine a “cannibalizzare” le vetture presenti in concessionario, smontando da queste i pezzi necessari e usandoli per riparare le vetture guaste.

Tale situazione d’incertezza permane tuttora: l’Autorità ha infatti constatato come non sia stato ancora adottato un sistema di monitoraggio centralizzato dei pezzi di ricambio che permetta di garantire un celere approvvigionamento da parte dell’assistenza.

5. La risposta dell’azienda

Oltre a rimuovere tutti gli spot dai canali televisivi, radiofonici e online, l’azienda ha sostenuto che l’italianità delle vetture a marchio DR fosse da ricondurre al fatto che queste venissero (e vengano tuttora) interamente disegnate e progettate dal Centro Stile DR avente sede a Macchia d’Isernia: solo la fabbricazione viene effettuata all’estero, per garantire la competitività dell’azienda, ma in ogni caso la fase finale della produzione avviene nello stabilimento molisano attraverso “un’apposita linea di produzione”.

La campagna marketing realizzata in questi anni non avrebbe quindi fatto altro che mettere in luce un elemento intrinseco del marchio DR, ovvero il suo stretto legame con l’Italia, piuttosto che la materiale produzione della vettura nel nostro territorio.

Per quanto riguarda invece i ritardi nella consegna dei pezzi di ricambio, essi dovevano essere ascritti a fattori esterni all’azienda, quali la situazione pandemica (che ha messo in difficoltà anche altre case automobilistiche) e l’imprevisto aumento delle vendite avvenuto da un anno all’altro, che hanno costretto l’azienda a ricalibrare la propria capacità di assecondare la crescente domanda.

Inoltre, nonostante questi fossero stati ritenuti insufficienti dall’Autorità, l’azienda si era comunque impegnata a intraprendere dei correttivi, consistenti:

  • nella rimozione del tricolore italiano dai messaggi pubblicitari relativi alle autovetture commercializzate e di qualsiasi video di promozione di autovetture facente leva sulla “storia italiana” del gruppo;

  • nella pubblicazione sul proprio sito internet una guida esplicativa sulle garanzie legali e convenzionali e di un’apposita sezione dedicata alla storia e alla produzione delle autovetture commercializzate dalla medesima società, con “evidenziazione delle fasi di fabbricazione delegate ai costruttori partner cinesi”;

  • nella riduzione dei tempi di consegna dei pezzi di ricambio.

6. Conclusioni

Secondo l’Autorità le due pratiche commerciali, caratterizzate da un insieme di complesse e articolate condotte, attengono a due diverse fasi del rapporto tra professionista e consumatore.

Infatti, la prima è riconducibile al momento dell’offerta al pubblico del prodotto da parte dell’azienda, caratterizzata come si è visto da una marcata “italianità” delle vetture.

La seconda riguarda invece la fase successiva all’acquisto, attinente all’approvvigionamento dei pezzi di ricambio e all’assistenza post-vendita, soprattutto per ciò che concerne l’esercizio dei diritti dei consumatori in merito alla garanzia legale di conformità.

Secondo l’Autorità in entrambe le fasi DR Automobiles ha dimostrato non solo di aver omesso di prestare il dovuto grado di diligenza, competenza ed attenzione che è ragionevolmente auspicabile da parte dei consumatori in relazione ai principi generali di correttezza e di buona fede, ma ha anche posto in essere due deliberate pratiche commerciali scorrette, consistenti la prima “nell’ingannevole rappresentazione e pubblicizzazione dell’Italia come luogo di produzione delle vetture a marchio DR ed EVO in violazione degli artt. 20, 21 e 22 del Codice del consumo, e la seconda “nell’inadeguato approvvigionamento dei pezzi di ricambio e nella mancata fornitura di adeguata assistenza post-vendita” in violazione degli artt. 20, 24 e 25 del Codice del consumo.

La promozione ingannevole dell’italianità dei veicoli, unita alla gestione inadeguata dell’assistenza post-vendita ha creato un quadro complessivo di scarsa trasparenza che ha danneggiato non solo i consumatori, portati a credere di star acquistando un prodotto di qualità e produzione italiane, ma anche il settore dell’automotive nel suo insieme.

IN COLLABORAZIONE CON

Assodata e Isdifog

>> Scopri il Corso online specialista privacy di Altalex!
>> Scopri il Corso online la tutela della privacy e l’attività ispettiva del Garante di Altalex!


Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link 

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

 

Informativa sui diritti di autore

Questa è una parte dell’articolo originale

Vuoi approfondire l’argomento, criticarlo, discutere

come previsto dalla legge sul diritto d’autore art. 70

Sei l’autore dell’articolo e vuoi richiedere la rimozione?

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: “Il riassunto, la citazione (source link) o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui