L’apiario del Masaf, distrutto dall’attacco di feroci calabroni, accende i riflettori su un fenomeno sempre più frequente. Sarà ripristinato
L’apiario del Masaf è stato attaccato da sciami di calabroni quali Vespa orientalis e Vespa crabro. Sono circa 50mila le api che sono state sterminate. È successo durante l’estate, ma la triste scoperta è avvenuta solo qualche giorno fa, al rientro dei dipendenti del ministero dell’Agricoltura dalle ferie.
Sebbene questo fatto abbia richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica per la collocazione istituzionale di tale postazione, è di fatto il ricorrente scenario dinanzi al quale si trovano gli apicoltori.
In Italia e in Europa, infatti, si stanno diffondendo, già da diversi anni, molti predatori delle api mellifere. Gli attacchi agli alveari, pertanto, sia nelle zone rurali sia negli ambienti urbani, risultano sempre più frequenti specie nel periodo di massimo innalzamento delle temperature.
Di fronte a tali aggressioni si è molto spesso impotenti ed è necessario procedere, a proprie spese, al reintegro delle famiglie distrutte da questi calabroni.
Un’apiario per la biodiversità
L’apiario, composto da tre arnie, era stato sistemato sul tetto del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), in via XX Settembre a Roma. Un’iniziativa meritoria lanciata in occasione della Giornata mondiale delle api 2023, proclamata dall’Onu nel 2018 e che ricorre ogni 20 maggio.
Era la prima e più elevata installazione italiana di api in una sede istituzionale nazionale. Parte del Progetto ApinCitta’, ideato dalla Federazione Apicoltori Italiani, curato dalla Fai, con Confagricoltura, era anche il primo apiario della storia del ministero dell’Agricoltura.
Inoltre aveva finalità preziose: impollinare, biomonitorare e mappare la biodiversità di un ampio quadrante della Capitale.
Per Lollobrigida rappresentava un simbolo di operosità. «Volevamo che in questo ministero fosse inserito un elemento che facesse percepire come la natura sia portatrice d’esempio – aveva detto in quell’occasione il ministro -. Le api, pur vivendo poco, producono miele sin dal primo giorno, vivono in comunità, producono cera, sono operose e sentono il senso dell’appartenenza. Tutti elementi che caratterizzano questo insetto come un esempio».
Le due colonie dell’Apiario Masaf, pertanto, già nei prossimi giorni verranno ripristinate e reintegrate con api italiane (Apis mellifera ligustica, Spinola 1806), la sottospecie che la vigente legislazione tutela grazie alla legge n. 313/2004 per la Disciplina dell’Apicoltura.
A dichiararlo la Fai-Federazione Apicoltori Italiani che, con specifica convenzione, ha in carico la gestione degli alveari.
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