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Botte da orbi a operatori del 118: “Fermare le aggressioni” #adessonews


Un’altra aggressione agli operatori sanitari, ancora una volta in Puglia. A segnalare l’episodio è la Società italiana sistema 118 (Sis 118). “Continuiamo a prendere botte da orbi, proprio mentre serviamo lo Stato e la popolazione. Tutto questo è inaccettabile”, sottolinea il presidente della Sis 118 Mario Balzanelli, che si unisce a quanti chiedono interventi concreti per fermare le aggressioni in sanità. E che, sulla proposta di un Daspo di tre anni dal Ssn per gli autori delle violenze, a Fortune Italia dice: “Devono essere garantite le prestazioni di emergenza-urgenza, per il resto sono d’accordo”.

Sanità: (troppe) aggressioni e (pochi) soldi, arriva la tempesta perfetta

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La storia

Ma cosa è successo? A Manduria il 10 settembre viene attivata la Centrale Operativa 118 di Taranto. Un uomo è disteso sul marciapiede, apparentemente privo di sensi. La Centrale Operativa 118 invia il soccorso. L’ambulanza giunge dopo pochi minuti. L’uomo, circa 50 anni, aveva ripreso lo stato di coscienza e, subito dopo essere salito in ambulanza, si rifiuta di farsi controllare e poi aggredisce l’autista soccorritore sferrandogli un pugno al volto, e quindi l’infermiere, che è svenuto dopo aver ricevuto tre pugni in faccia, per poi dileguarsi. Gli operatori aggrediti sono ricorsi alle cure del Pronto Soccorso dell’ospedale di Manduria.

Operatori in prima linea

Un episodio che fa emergere “la necessità di tutela degli operatori del Sistema di Emergenza Territoriale 118 i quali, proprio perché agiscono in prima linea, in campo “aperto”, sono i più sprovvisti di difesa, e risultano, dati alla mano, i più aggrediti”, dice Balzanelli.

“Al di là delle motivazioni, sulle quali stiamo producendo analisi ben documentate, rimane il dato obiettivo per cui per chi lavora nel 118 sconta un’elevata probabilità di farsi male, e molto, per le più assurde ed imprevedibili aggressioni”.

“Le misure più recenti approvate dal legislatore, e quelle in via di ulteriore approvazione a livello parlamentare, tra cui l’obbligo di procedere alla querela di ufficio, nonchè l’inasprimento dei profili di pena previsti, evidentemente non trovano spazio concreto di efficacia applicativa nella realtà di tutti i giorni”, agiunge amaro Balzanelli.

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“Noi operatori del 118 continuiamo a prendere botte da orbi, proprio mentre serviamo lo Stato e la popolazione. Tutto questo è inaccettabile”, conclude il presidente della Sis 118, chiedendo di ampliare ulteriormente la tutela degli operatori, “riconoscendo le indennità di rischio ambientale a chi continua a scegliere, con passione e amore” questa professione in prima linea.

Lo sgomento del presidente dei medici italiani

“Siamo sgomenti per questa incredibile ondata di aggressioni, ultima quella, brutale e incomprensibile, oltre che come tutte ingiustificabile, avvenuta a Manduria nei confronti di due operatori del Sistema di emergenza territoriale 118 di Taranto. È sempre più urgente un intervento del Governo, per dare una risposta e per arrestare questa escalation di violenza nei confronti degli operatori sanitari”, dice il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri), Filippo Anelli.

“Ai due operatori aggrediti vanno la nostra solidarietà e la nostra gratitudine per la scelta vocazionale di onorare il proprio servizio alla comunità, così come a tutti i medici, gli infermieri e gli autisti soccorritori del 118 e al presidente nazionale della Società italiana sistema 118, Mario Balzanelli che, in quanto direttore del Sistema 118 Asl Taranto, è stato toccato così da vicino”.

“L’invito ai direttori generali delle aziende sanitarie – conclude Anelli – è quello di procedere a una verifica dei Documenti di valutazione dei rischi, prevedendo protocolli per ridurre al minimo le esposizioni alle aggressioni”.



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