Salva Casa e leggi regionali: il nodo del coordinamento #adessonews

La questione del coordinamento tra leggi nazionali e regionali in materia edilizia è oggi centrale, soprattutto con l’entrata in vigore del Dl 69/2024, il cosiddetto decreto “Salva Casa”. L’ANCE, attraverso un’analisi approfondita, evidenzia i principali ostacoli attuativi e propone soluzioni concrete.

Salva Casa e leggi regionali: il problema del recepimento

Il problema principale nel recepimento delle variazioni essenziali introdotte dal “Salva Casa” risiede nella disomogeneità delle normative regionali, che rende difficile l’applicazione uniforme delle disposizioni in materia di sanatoria edilizia. La mancanza di una definizione chiara e univoca delle variazioni essenziali nel Testo Unico dell’Edilizia aggrava ulteriormente questa situazione, lasciando spazio a interpretazioni soggettive e potenzialmente conflittuali tra le diverse giurisdizioni regionali.

Ad oggi, solo Emilia-Romagna e Sicilia hanno emanato circolari provvisorie volte al recepimento del “Salva Casa”, ma questa disomogeneità normativa sta creando difficoltà operative presso numerosi uffici tecnici comunali, chiamati a confrontarsi con una normativa regionale in evoluzione e spesso contraddittoria rispetto alle previsioni del TUE.

In particolare, la Regione Sicilia ha emanato una Circolare, la numero 3 del 2024, nella quale sono state analiticamente indicate le norme del Salva Casa di applicazione automatica e quelle, viceversa, non immediatamente recepite.

Allo stesso modo, la Regione Emilia-Romagna ha pubblicato un documento preliminare illustrativo, in cui sono stati confrontati gli effetti del D.L. 69 del 2024 sulla legislazione edilizia regionale vigente, in modo da fornire le prime indicazioni di massima circa l’interpretazione e l’applicazione della citata legge statale, in attesa della pubblicazione della Circolare Regionale esplicativa, analoga a quella siciliana.

In tale quadro, alcune disposizioni introdotte dal “Salva Casa” non trovano una precisa corrispondenza normativa su tutto il livello nazionale, il che rende difficile per gli operatori del settore edilizio e per i tecnici comunali applicare le nuove disposizioni in modo uniforme. Non a caso, la stessa ANCE ha elaborato una serie di vademecum con l’obiettivo di fornire indicazioni pratiche per confrontare la disciplina delle variazioni essenziali contenuta nel “Salva Casa” con le normative regionali.

La radiografia dell’ANCE al decreto “Salva Casa”

Il dossier redatto dalla direzione “Edilizia e Territorio” dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) offre un’analisi dettagliata del decreto “Salva Casa”, sottolineando i nodi attuativi più rilevanti. La situazione che emerge è quella di una potenziale paralisi amministrativa, causata dall’intersezione tra le nuove norme nazionali e le preesistenti disposizioni regionali. Il rischio, infatti, è che vi sia un contrasto normativo che, in assenza di indicazioni governative chiare, possa bloccare l’operatività nei territori.

Tra le problematiche principali evidenziate dall’ANCE vi è il regime delle modifiche di destinazione d’uso, regolamentate diversamente dalle varie Regioni. “Si prevede – afferma il Rapporto ANCE – che le Regioni adeguino la propria legislazione ai princìpi della disciplina, che trovano in ogni caso applicazione diretta, fatta salva la possibilità per le Regioni medesime di prevedere livelli ulteriori di semplificazione. Come è noto, sono molte le Regioni che hanno previsto una specifica disciplina sui cambi di destinazione d’uso“.

Il punto cruciale è la necessità di una coerenza normativa tra le diverse entità territoriali, che potrebbe essere garantita attraverso interventi normativi transitori. “Per queste situazioni si ritiene che a livello regionale sarà comunque necessario operare una ricognizione e nel caso, in attesa di uno specifico atto di adeguamento legislativo, le Regioni potrebbero dare specifiche indicazioni sul rapporto delle nuove norme statali con le disposizioni già presenti nella propria realtà regionale con delle specifiche circolari“, propone l’ANCE.

Leggi regionali, utilizzo dei moduli-tipo per il Salva Casa? Le proposte

Nel contesto attuale, l’ipotesi più accreditata, come già anticipato dal quotidiano on line diario DIAC, è l’adozione di un provvedimento congiunto tra il Ministero delle Infrastrutture e la Funzione Pubblica che preveda l’introduzione di moduli-tipo, applicabili su tutto il territorio nazionale. Questa soluzione, sostenuta dall’esecutivo, avrebbe il merito di uniformare i comportamenti amministrativi di Regioni e Comuni, semplificando le procedure e riducendo il rischio di interpretazioni divergenti.

Il decreto “Salva Casa” stabilisce, infatti, che le norme nazionali debbano essere considerate operative fin da subito, anche in presenza di eventuali contrasti con le leggi regionali. Tuttavia, l’esperienza insegna che l’attuazione pratica di tali disposizioni è tutt’altro che scontata, soprattutto in un contesto, come quello edilizio, caratterizzato da una forte frammentazione regionale.

In questo quadro, i moduli-tipo potrebbero rappresentare un passaggio fondamentale verso l’armonizzazione delle prassi operative. ANCE sottolinea come sia indispensabile intervenire rapidamente per evitare blocchi operativi. “Resta ferma – si legge nel rapporto – la possibilità di mantenere o prevedere le sole disposizioni che rispetto alle nuove norme statali dispongano ulteriori livelli di semplificazioni“.

Anche l’ANCI sollecita l’utilizzo di una nuova modulistica, ritenuta indispensabile alla luce dell’entrata in vigore del nuovo decreto, considerato che gli uffici comunali stanno riscontrando significative difficoltà nell’utilizzo dei moduli attualmente disponibili.

Le Regioni a Statuto speciale e il principio di uniformità normativa

Un altro elemento di particolare rilievo riguarda l’applicazione delle nuove norme nelle Regioni a Statuto speciale. Secondo quanto riportato dal dossier ANCE, il decreto “Salva Casa” non prevede alcuna differenziazione tra Regioni a Statuto ordinario e quelle a Statuto speciale. Di conseguenza, anche queste ultime dovranno adeguarsi alle disposizioni statali, salvo prevedere ulteriori semplificazioni normative.

“Ne consegue che anche per le Regioni a Statuto speciale valgono le stesse regole“, precisa l’ANCE, ribadendo l’importanza di una normativa uniforme su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, come spesso accade, la reale applicazione di tali principi dipenderà dalla volontà delle singole Regioni di collaborare nel processo di adeguamento.